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Dopo una malattia cardiaca è scomparso ad 84 anni il famoso giornalista che con le sue memorabili interviste ha raccontato i Grandi del nostro tempo. Da Eduardo De Filippo a Fidel Castro. Il rapporto unico con Maradona, i momenti cult con Massimo Troisi

Ha trasformato il giornalismo in poesia e chiunque abbia avuto a che fare con questo ambiente, ha sognato di essere, almeno per un giorno, Gianni Minà. Il suo grande amico Diego Armando Maradona, al termine della drammatica semifinale di Italia ’90 a Napoli, guardò fisso negli occhi tutta la platea di giornalisti, bramosi di dichiarazioni, ed esclamò: “Parlo solo con Gianni!“. Memorabili le sue interviste con i “Grandi” del Mondo. Teneva una serrata corrispondenza con Fidel Castro e per questo divenne un segnalato della CIA.

Con Sergio Leone e Robert De Niro nell’ultimo giorno di riprese di “C’era una volta in America”

Gianni Minà ci ha lasciato ad 84 anni e la malinconia non ha impiegato nemmeno un minuto ad assalirci. Dalla malinconia si è passati, quasi in contemporanea, allo scorrere lento dei suoi momenti cult in televisione. Sergio Leone, Ennio Morricone, Vittorio Gassmann, Roberto Benigni, Moana Pozzi, Cassius Clay/Muhammad Alì, Eduardo De Filippo, Federico Fellini ed ovviamente i duetti inarrivabili con Massimo Troisi fino all’intervista del 1991, nella serata in onore di Pino Daniele, prosa e versi di Massimo dinanzi ad un Minà che non riusciva a reggere il confronto culminato con l’invidia di Troisi per l’agendina telefonica di Gianni.

Con Fidel Castro

Il famoso giornalista è deceduto a Roma nella clinica “Villa del Rosario” al termine di una breve malattia cardiaca. Nato a Torino, iniziò la carriera da giornalista nel 1959 a “Tuttosport“, mentre l’anno successivo debuttò in Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma (1960). Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson fondò “L’altra domenica“, e nel 1976 venne assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a “Mixer”, debuttò come conduttore di “Blitz“, programma di Raidue che condusse dal 1981 al 1984.

Con Massimo e Roberto a “Blitz” nel 1984

Un programma straordinario, a tratti inarrivabile per chiunque, “Blitz“, lunga diretta della domenica pomeriggio dove la cultura si fondeva con l’intrattenimento. Il programma fu sospeso al termine della stagione televisiva 1984 a causa di una bestemmia lanciata dall’attore Leopoldo Mastelloni durante intervista. Gianni Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato.

Il cult dei cult con Massimo Troisi
Ha pagato in prima persona il prezzo della libertà. Ha seguito otto mondiali di calcio e sette Olimpiadi. “Blitz” resta ancora il programma che ha meglio associato la cultura con l’intrattenimento

Gianni Minà è stato soprattutto un uomo libero. Un giornalista che ha segnato la storia del nostro Paese ma che nello stesso tempo ha sempre avuto difficoltà nell’affermarsi all’interno di grandi testate e reti televisive, proprio per quella sua indole a non barattare la libertà dell’informazione con i filtri del potere. In una recente intervista celebrativa affermò: “Il mio è stato un giornalismo controcorrente, con metodi nuovi“. Nel 2020 la cittadinanza onoraria conferita dalla Città di Napoli per il suo enorme attaccamento a luogi e personaggi del capoluogo partenopeo (GUARDA IL SERVIZIO UFFICIALE DEL COMUNE). Indimenticabile la Festa Scudetto su RaiUno organizzata in occasione dello storico primo tricolore del 1987. Addio Gianni Minà, con l’augurio di poter assistere al proliferarsi di tanti degni eredi, perchè la tua narrazione non può restare solo un ricordo.

In un recente scatto
Vincenzo Lombardi