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Un gol di Raspadori al 93′ manda in estasi l’intero popolo partenopeo: manca poco al terzo scudetto della storia del Napoli

Un unico, solo, grande obiettivo. Un qualcosa di insperato, inatteso, dal sapore storico, finanche miracoloso. Il che spiega il fermento di una città, la voglia – non da tutti condivisa – di urlare già quanto in realtà ancora non s’è concretizzato. È successo tutto all’improvviso, come quel giorno in cui ci si innamorò di lei. E quando ci si è resi conto che forse non sarebbe andata come le altre illusorie volte, sono cominciati i conti alla rovescia. Ma non è sufficiente, i conti vanno fatti anche con la classifica, con i punti e le partite che mancano, con il terreno di gioco sul quale tutti hanno voglia di fermare i più forti. A cominciare da chi dominatrice lo è sempre stata, soprattutto in quello stadio – tra Delle Alpi e Stadium – che ha visto il Napoli vittorioso solo 8 volte il 76 incontri e che non avrà dimenticato la lezione dell’andata.

Inizio di personalità degli azzurri, e non può essere altrimenti per chi è primo della classe. Partenopei con il consueto possesso palla, Juventus che prova a ribattere colpo su colpo. Match che vive di fasi in cui entrambe tentano di conquistare la supremazia del gioco, non mancano momenti in cui si duella fisicamente. Quello che manca invece sono le nitide occasioni da rete, a dispetto di qualche situazione potenzialmente pericolosa da ambo le parti.

Ripresa dall’andamento leggermente diverso rispetto ai primi 45 minuti. Azzurri più intensi nei pressi dell’area bianconera, ecco che quindi Allegri decide di lanciare Chiesa e Di Maria, inizialmente fuori dagli 11 titolari. Gara che sembra ravvivarsi rispetto a un primo tempo più accorto, la sensazione è che entrambe vogliano trovare l’episodio in grado di decidere l’incontro. È la classica partita da 0-0 in cui il solo minimo dettaglio può fare la differenza. Solo che il palo non sorride agli azzurri – destro di Osimhen. Più Napoli che Juventus, il nigeriano sfiora ancora il gol. Dall’altra parte Milik sciupa una buona occasione. Gol annullato a Di Maria (giustamente) per un fallo su Lobotka, in pieno recupero Raspadori manda in estasi un intero popolo. Manca solo la matematica, poi sarà festa.

TABELLINO

Juventus (3-5-2): Szczesny; Gatti, Rugani, Danilo; Cuadrado, Miretti (60′ Chiesa), Locatelli, Rabiot, Kostic (60′ Chiesa); Soulè (66′ Fagioli), Milik (90′ Vlahovic)
A disposizione: Perin, Pinsoglio, De Sciglio, Bremer, Bonucci, Alex Sandro, Paredes, Pogba, Iling-Junior. Allenatore: Allegri

Napoli (4-3-3): Meret; Kim Min-jae, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka (96′ Rrahmani), Ndombele (68′ Zielinski); Lozano (68′ Elmas), Osimhen, Kvaratskhelia (86′ Raspadori)
A disposizione: Gollini, Marfella, Bereszynski, Ostigard, Demme, Gaetano, Zedadka, Zerbin. Allenatore: Spalletti

Arbitro: Fabbri di Ravenna Var: Aureliano Avar: Pezzuto
Reti: 93′ Raspadori
Ammoniti: Locatelli (J), Rabiot (J), Fagioli (J), Di Maria (J), Anguissa (N)
Angoli: 3-6
Recupero: 2′ p.t., 6′ s.t.

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Luigi Ottobre