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La Tim manda in pensione le oltre trentamila postazioni di telefonia pubblica presenti ancora sul territorio. Icone nel tempo, hanno segnato il cambiamento della comunicazione, diventando protagoniste di film e fiction.

Sono state iconiche figure di film e sceneggiati televisivi. Hanno raccontato il cambiamento del Paese attraverso la comunicazione e la tecnologia. Nel loro piccolo abitacolo sono nati amori e liti, emergenze e felicità. Sono state il mezzo più importante per raggiungere persone lontane in attesa di notizie, scandendo attraverso lo scorrere dei gettoni, i giorni della naja, quando il servizio militare era d’obbligo. E’ di pochi giorni la notizia del “pensionamento” delle vecchie care cabine telefoniche. La Tim ha infatti ricevuto l’autorizzazione ufficiale da parte dell’Agcom per dare il via alla totale e definitiva rimozione delle oltre 30 mila postazioni di telefonia pubblica tuttora presenti sul territorio italiano.

Dopo 70 anni, un pezzo fondamentale della nostra vita quotidiana viene “smontato” come un vecchio mobile da scendere in cantina. A salvarsi dallo spietato rastrellamento dovrebbero essere solo i telefoni pubblici ancora presenti negli ospedali con almeno 10 posti letto, nelle caserme e nelle carceri con almeno 50 occupanti stabili (in ragione della loro “rilevanza sociale”), a cui si dovrebbero aggiungere quelli che si trovano in luoghi privi di copertura della rete mobile.

Cabina tipica anni 70/80 con servizio di distrubuzione gettoni

Tale processo di smantellamento senza dubbio richiederà molto tempo ma, la sentenza è ormai scritta e le cabine telefoniche entreranno nel libro dei ricordi. La comunicazione 5.0 non ha spazio per i ricordi. Le nuove generazioni, forse, non ne hanno mai utilizzata una, i boomer ricorderanno le lunghe file nei luoghi di vacanze e nelle stazioni per comunicare a casa l’arrivo a destinazione. Le cabine telefoniche ma soprattutto il telefono fisso, sono stati, negli ultimi cinquant’anni, oggetto di versi e liriche musicali comparendo in tante canzoni famose.

Il telefono, in generale, ha ispirato tante canzoni di successo, raccontando l’amore e i sentimenti che scorrevano lungo un filo… Da Lucio Battisti a Laura Pausini passando per Lucio Dalla fino al recente Tananai. Tante emozioni nate attraverso una cornetta.

Brani portati al successo da voci illustri con  qualche hit consegnata alla storia della discografia italiana. Ci siamo divertiti, non senza nostalgia emozionale, a ricordare alcune canzoni dove il caro vecchio telefono è stato protagonista di amori, felici e tormentati, e storie che scorrevano sul filo. Se volete potete farci una playlist da caricare sul vostro servizio streaming. Il telefono moderno e sempre connesso che “canta” il telefono che una volta non era così facile da reperire. Parlavamo di voci meravigliose e potremmo iniziare da quella di Malika Ayane che nel 2015 estrae dal suo album “Naif”, il singolo molto apprezzato, “Senza fare sul serio”, canzone che ricorda i testi di Rino Gaetano e parla del rapporto con il tempo e di “chi aspetta ad un telefono che ti risponde sempre però”. (ASCOLTA IL BRANO)

L’evoluzione degli anni Novanta

Nel periodo d’oro della sua discografia, anche Raf, che di hit ne ha sfornate giusto qualcuna, fotografa il rapporto con l’apparecchio nel brano “Due” del 1993 che ci riporta all’accoppiata telefono-segreteria, must per quasi trent’anni. Un album di ricordi celebrato in musica. Lui cerca l’amata con una telefonata ma lei non è in casa e parte il freddo nastro della segreteria. Non poteva mancare il Molleggiato, Adriano Celentano, che, nel testo scritto da Toto Cutugno, “Il tempo se ne va”, racconta l’adolescenza della figlia Rosita che si appresta a diventare donna e conoscere i primi amori con “al telefono è sempre un segreto, quante cose in un filo di fiato”. (ASCOLTA IL BRANO)

Il Maestro Gigi D’Alessio al telefono ha dedicato canzoni intergenerazionali che abbracciano sia la prima epoca neomelodica che il pop nazionale dei giorni nostri. Nel 1992, tra un matrimonio e una festa di piazza, si raccontavano storie di corna e di interrogativi amorosi ne “L’Ultimo Gettone”, dove il protagonista rovistava nei pantaloni alla ricerca di un’ultima moneta per entrare proprio in una cabina telefonica accompagnato dell’atroce dubbio: “Chiammo a essa ‘o chiammo a tte?”.

Nel 2003, dopo i trionfi di Sanremo, fa suonare l’apparecchio per trascorrere “Una notte al telefono” con l’innamorata di turno anche perché è troppo bello “parlare quando dorme tutta la città”. (ASCOLTA IL BRANO). Negli anni del caschetto non poteva mancare il padre della rivoluzione pop in salsa napoletana, Nino D’Angelo, con il cult “Pronto, Sei Tu?”, dove il telefono diventa il mezzo “pè ffà pace cu te, perchè me sierve tu pè putè vivere”. (ASCOLTA IL BRANO)

Una hit che viaggia con disinvoltura i decenni è “Semplice” di Gianni Togni dove la cabina telefonica è ancora protagonista grazie a “qualche spicciolo che serve a dire ti amo per telefono e saltare anche la cena per parlare”. Pensate che tempi…era il 1981 e si saltava la cena in una cabina, oggi la cena la si ordina proprio con lo smartphone. Non esente da passioni via cavo, la reginetta pop Laura Pausini che si presenta nei BIG di Sanremo nel 1994 con “Strani Amori” per cantare quegli adolescenti che ancora “aspettavano ad un telefono, litigando che sia libero, con il cuore nello stomaco, un gomitolo nell’angolo”. (ASCOLTA IL BRANO)

L’inarrivabile poetica di Mogol-Battisti entra di prepotenza con due titoli che faranno sempre parte della nostra vita. Ne “I Giardini di Marzo”, Lucio canta “All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri. Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli. Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarli, e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli”. (ASCOLTA IL BRANO). In “Acqua Azzura, Acqua Chiara”, il telefono diventa l’ago della bilancia per un incontro clandestino: “Ti telefono se vuoi, non so ancora se c’è lui. Accidenti che farò, quattro amici troverò”.

Altro nome di punta della musica italiana, Umberto Tozzi, con una lunga storia di successi internazionali, nel 1991, lancia la sua canzone estiva dal titolo “Gli Innamorati“, una sorta di elenco di mode e sentimenti dei giovani di inizio decennio, quando la musica si ascoltava ancora con walkman e cuffie. L’amore via cavo rientra anche nelle strofe di Tozzi perchè i suoi Innamorati, “Se ne fregano della SIP, l’amore è anche telepatia…” (ASCOLTA IL BRANO)

Chiudiamo questa nostra personalissima playlist con l’ultimo successo in ordine di tempo arrivato ad emozionare il cuore del pubblico. Tutti d’accordo sull’incantevole “Tango” di Tananai dell’ultimo Sanremo. “Non c’è un amore senza una ragazza che pianga. Non c’è più telepatia. È un’ora che ti aspetto, non volevo dirtelo al telefono”. Le cabine telefoniche vanno in pensione, le connessioni via cavo tra le mura domestiche calano drasticamente ma quel raccontarci al telefono non perderà mai la sua emozione. Teniamo fuori gara Lucio Dalla che nel 1981 cantò: “Telefona tra vent’anni, io adesso non so cosa dirti. Ah, non so risponderti e non ho voglia di capirti. Invece pensami, tra vent’anni pensami…” (ASCOLTA IL BRANO)

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Vincenzo Lombardi