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La vendita del sito, per la cifra irrisoria di circa un milione e 250 mila euro, non garantisce le coperture finanziarie. Per gli ex dipendenti la speranza è risposta nel fondo di garanzia dell’Inps. Il comune valuta il ricorso e l’eventuale richiesta di fallimento

MADDALONI- Una storia infinita che ricomincia daccapo. Il contenzioso, nonostante la vendita all’asta dello spettrale ex sito produttivo dell’Alcatel, continua. Nonostante siano passati 12 anni, il doloroso e avversato accordo sindacale sulla chiusura e l’avvio alla mobilità continua a mietere vittime. Avevano ragione i dipendenti, che dall’alto dello stabilimento, contestavano ogni ipotesi di accordo annunciando che avrebbero comunque pagato i dipendenti. Infatti, l’alienazione della fabbrica lascia incredibilmente a mani vuote comunque i principali creditori ovvero proprio gli ex dipendenti e il comune che dalla liquidazione aspettavano le spettanze maturate. Venduta per cifra irrisoria di circa un milione e 250 mila euro non ci sono le coperture finanziarie la liquidazione delle insolvenze creditizie.

Pagamento Tfr a rischio

Gli ex dipendenti aspettano ancora il pagamento del Tfr e di alcune spettanze collegate come incentivo all’esodo ed emolumenti maturati per circa mezzo milione di euro. Ma c’è una sorpresa: esistono dei crediti prededucibili che saranno saldati prima. Si tratta delle somme spettanti ai professionisti e collegate alla gestione del sito in questi lunghi 11 anni e che eroderebbero gran parte dei soldi a disposizione. Quindi, l’unica speranza per riscuotere il Tfr è ricorrere al fondo di garanzia Inps. Non saranno corrisposte invece le somme collegate all’accordo siglato con i sindacati confederali, quindi non garantiti dall’Inps, finalizzato alla chiusura delle vertenza di crisi molto contesta dalla base dei lavoratori.

A rischio i soldi dovuti al comune

L’ente locale che vanta almeno 800 mila euro. A tutela delle casse del comune e soprattutto degli ex dipendenti, in attesa di risposte degli organi del Tribunale di Milano, in caso di conferma della condizione di incapienza, l’ente locale procederà con il ricorso e la richiesta di fallimento.