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L’impianto comprato dalla Regione non ha mai prodotto un grammo di compost. Fallito pure il progetto per il compostaggio condominiale

MADDALONI- Il grande flop. Il progetto di installare, e soprattutto far funzionare una compostiera di comunità, presso il mercato ortofrutticolo è un’altra delle tante perle che la politica regionale è riuscita a collezionare. Premesso che il mercato ortofrutticolo di Maddaloni sta conoscendo da qualche mese un lento processo di normalizzazione non senza contraddizioni e non senza zone d’ombra (a cominciare dalle morosità dei canoni di locazione misteriosamente mai sanate del tutto), l’impianto è stato voluto dalla Regione Campania per innalzare il tasso di raccolta differenziata. Insomma, doveva trasformare il mercato ortofrutticolo di Maddaloni nella prima area agroalimentare capace non solo di smaltimento autonomo ma anche di valorizzazione della frazione umida dei rifiuti. Le discariche, che portarono al sequestro la struttura tre anni fa, comunque sono scomparse. Ma non è arrivata la «produzione di compost fresco, processo avviato in collaborazione con i tecnici della Regione. Una storia incredibile: una serie di gusto tecnici, si è interrotta la filiera di produzione basata sulla triturazione e miscelazione, biossidazione accelerata, degradazione biologica e infine raffinazione. Il ruolo del personale Cub, che doveva far funzionare l’impianto, è stato pari a zero. Ora, la compostiera c’è. Non funziona e non ha prodotto un grammo di compost. E ora? Pe evitare di trasformare l’impianto nell’ennesimo monumento allo spreco di danaro pubblico, il comune dovrà chiedere alla velia Ambiente di farsi carico della gestione. Accetterà? Funzionerà? Vedremo. Intanto, il fallimento non risparmia nemmeno il comune e i maddalonesi ovvero il popolo prodigo di critiche, solerte nello smaltimenti illecito e clandestino dei rifiuti allo smaltimento e per il 35 per cento molto parsimonioso (non in regola con il pagamento della Tari). Infatti, è fallito pure il progetto di diffusione delle compostiere condominiali. Molte sono state le richieste. Ma di fatto il bando è andato deserto (distribuiti meno di 20 su 150 impianti disponibili) per la mancanza si agglomerati residenziali adeguati dotati di ampi spazi verdi indispensabili per trasformare in compost la frazione umida prodotta dai singoli condomini. Bocciate la quasi totalità delle candidature: senza aree verdi gli spazi condominiali cementificati non possono produrre compost.