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MADDALONI- Una pezzo di città ostaggio delle polveri fitte come la nebbia. E il Consiglio Comunale, luogo mitologico dove si vive della cultura del posto al sole, non ha detto una parola. Un silenzio colpevole, volontario e ostinato. A  Maddaloni Superiore, via Ponte Carolino, via San Salvatore, Formali, via Carmignano è tornata a stazionare la nebbia fitta: difficoltà respiratorie, problemi di visibilità e di agibilità per gli esercizi commerciali e i complessi residenziali. E’ andato in tilt, ieri, il sistema di captazione contro le immissioni in atmosfera di terre di scavo, prodotte dallo stoccaggio provvisorio e dall’azione di movimento terra presso il cantiere n.17 dell’Av/Ac ferroviaria Bari-Napoli. Non si vive più. E non si lavora più. E si respira male. Saracinesche abbassate, clienti messi in fuga e serrata collettiva degli esercizi commerciali. Per tutti è stato imposta la «chiusura per polveri». Peggio di tutti stanno i residenti. Costretti a tapparsi in casa, e a chiudere tutti i punti di aereazione, hanno chiesto l’intervento dell’Ufficio tecnico e della Polizia Municipale. Contro le folate di vento e l’invasività della polvere, si continua a sigillare finestre con panni bagnati. Così, non si vive. E il caso, ovviamente, è stato posto all’attenzione del in qualità di massima autorità sanitaria e della sicurezza pubblica che ha diramato la disposizione di «mitigare immediatamente  gli effetti delle attività impattanti».