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Votato all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 10 gennaio il decalogo di intervento, commissione speciale dei consiglieri comunale istituzione del Centro operativo comunale (COC). Tutto sulla carta.

MADDALONI- Acqua alta in via Cancello. Tutte le acque nere dei comuni limitrofi, confinanti e quelli del beneventano scaricate nelle campagne. Non è un bel vedere le acque nere che allagano strada e campi. Tutti sanno e nessuno denuncia. Sindaci e politici di lungo corso con la bocca cucite sulle cause. Se esiste una lista della gravi e colpevoli ritardi, la Regione Campania è la primo posto. Se non fosse per il numero di condanne per risarcimento collezionate. E ora arriveranno i nostri? Secondo l’ennesima carta votata ultimamente dal Consiglio comunale dovrebbe scattare un sistema di protezione civile, come votato all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 10 gennaio. L’unica certezza è il divieto di coltivazione e commercializzazione dei prodotti agricoli nelle aree invase dalla acque nere. L’ente locale, nonostante le segnalazioni dei cittadini e i bollettini dell’allerta gialla (diramati dalla protezione civile regionale) non è riuscito, per oggettiva carenza di personale e strutture operative, a valutare lo stato di emergenza riconducibile al rischio meteo-idrogeologico e idraulico.  Sarà istituita la «Commissione Speciale paritaria per l’emergenza igienico–sanitaria causata dagli allegamenti» composta da quattro consiglieri comunali (due di maggioranza e due di opposizione), dal sindaco, enti istituzionali superiori (Stato, Regione e Provincia), rapporti con organi tecnici (ARPAC, laboratori analisi etc)? Si riunirà il COC (Centro operativo comunale) per un «piano di interventi mirati per  limitare i disagi a residenti, passanti e fornire la prima assistenza»? Scommettiamo che nulla accadrà?