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Altri tecnici verranno per cercare di affermarsi o rilanciarsi

La frittata è fatta e i nodi stanno venendo al pettine. L’Empoli ha messo fine, con la vittoria al Maradona, ad un’ agonia che durava da tempo. Da Napoli – Fiorentina, che non ha segnato solo un’altra sconfitta del Napoli. Quel Napoli che ha perso il sorriso, che non prova nemmeno più a vincere le partite. E’ vero che Garcia ha distrutto il giocattolo, ma la colpa non è solo sua. Il mondo del calcio è fatto delle sue regole e una squadra che si rispetti non può avere il Presidente che prende il posto dell’allenatore e del Direttore sportivo. Dicevo che la vincita di uno scudetto ha un prezzo. Se ti porti dietro giocatori scontenti e se scegli l’allenatore sbagliato, è finita. Nel Napoli c’è l’uno e l’altro. E’ inutile negarlo: al mediocre Garcia vanno aggiunti i mancati adeguamenti degli ingaggi e la volontà di qualcuno che voleva e vuole andare via. Questa seconda parte non è per niente dibattuta, perché oggi si spara forte solo su Garcia, ritenuto l’ unico colpevole. Si pensa di sostituirlo con Cannavaro o Tudor o Mazzarri. Il miracolo non lo fa nessuno dei tre. Il miracolo lo fa un tavolo dove sedersi, guardarsi in faccia e appianare tutte le controversie. Serve ritrovare il sorriso, ricorrendo al vil denaro. Solo questo può portare i calciatori non più a camminare in mezzo al campo. Osimhen sarà accontentato al pari di Zielinski e Kvaratskhelia? Perché Anguissa non è più quello dello scorso anno? Fermo restando che Garcia deve andare via entro stasera. E’ di questo che il Napoli ha bisogno. Necessita un patto, una stretta di mano alla presenza del nuovo allenatore. Anche di questo il sostituto di Garcia deve parlare. Uno spogliatoio non lo ricomponi, se prima non c’è accordo. Questo è stato il motivo che ha portato Spalletti a salutare. Insomma bisogna fare come Sarri quando impose la riconferma del gruppo dei 91 punti. E’ vero che non compete all’allenatore entrare in questioni del genere, ma l’allenatore deve avere tutte le garanzie, senza entrare nei particolari che riguardano i calciatori e la società. E solo Conte è capace di intervenire in materia. Gli altri hanno altri interessi: chi deve affermarsi e chi deve rilanciarsi. Conte non ha bisogno né di affermarsi come allenatore né di rilanciarsi dopo l’anno sabbatico deciso alla fine dell’esperienza al Tottenham.