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Citoyenne non si tira indietro. Non sarebbe nel suo stile e nel suo Dna politico. Mena Diodato, candidata per “Liberi e Uguali” sfida Lucrezia Cicia al pubblico confronto. Il guanto di sfida, argomentato di tutto punto e con argomenti molti robusti, lo lancia così: “Si confronti con me, che sono data perdente a prescindere: proverei il massimo del piacere nell’elencarle i dissesti e i disastri che la sua parte politica ha elargito a questa provincia”. Non è piaciuta, ma proprio per niente, l’analisi della candidata di Forza Italia che ha espresso giudizi poco lusinghieri solo su due degli antagonisti. La candidata all’uninominale nel collegio di Caserta per “Liberi e Uguali” lancia due affondi. Uno di stile (da bar dello sport) usati nei confronti degli avversari. E uno politico per una candidata che punta sullo scontro e non sul confronto.
Riportiamo la nota che si conclude con l’invito ufficiale al pubblico confronto. Insomma, un invito ad incrociare argomenti e argomentazioni e non slogan arroganti o insulti.
“La candidata di Forza Italia all’uninominale nel collegio di Caserta fa un’analisi molto acuta e approfondita dei suoi avversari: un’analisi tanto acuta e approfondita quanto prepolitica. In verità, esamina solo due dei suoi antagonisti, ritenendo ‘le altre’ evidentemente non all’altezza dello scontro.
Una avversaria viene definita ‘prestata’ alla politica: una signora descritta come telecomandata da terzi, e comunque impegnata in altre faccende, dunque disponibile solo per un posto di onorevole part-time. Molto interessante questo affondo nella vita privata di un’altra donna: poi però ci occupiamo tutte del femminicidio, perché i diritti delle donne ci piacciono solo quando fanno fare audience, per il resto basta degradarle come ‘sciacquette’.
L’avversario, si presume del M5S, è considerato impreparato, inadeguato: un ‘pensionato’ che fa politica per hobby.
Ora, dico una cosa che se non fossi candidata direi lo stesso. Anzi, dico due cose.
1) è intollerabile, secondo le regole del confronto politico civile, che una candidata che rifiuta il confronto con altri candidati parli in questo modo dei suoi antagonisti. Sono giudizi prepolitici, appunto, non degni di una signora che alla politica non è prestata e che vanta – a suo dire – un curriculum full-time di tutto rispetto. Questa arroganza fa male alla politica tutta: il confronto o è sui programmi o non è. Meglio tacere che buttare discredito sugli avversari con giudizi sommari che al bar dello sport sarebbero articolati, anche lessicalmente, con maggiore eleganza.
2) una candidata che limita lo scontro – visto che di confronto non si può parlare – a coloro che potrebbero rubarle lo scettro della vittoria del collegio ama vincere facile: si confronti con umiltà anche con chi è altro da sé e con chi non vuole vincere a tutti i costi – e soprattutto non vuole farlo gettando discredito gratuito sugli avversari.
Si confronti con me, che sono data perdente a prescindere: proverei il massimo del piacere nell’elencarle i dissesti e i disastri che la sua parte politica ha elargito a questa provincia
Inoltre, ma giusto a margine, vorrei farle notare che, dall’alto della sua competenza politica, le sfugge ill dettaglio che i deputati rappresentano la Nazione, non – banalmente – il collegio in cui sono eletti. Lo dice l’articolo 67 della Costituzione, se ricordo bene.
 

bocchetti