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Che serata ieri, infatti molti cittadini , passando per il corso principale di Maddaloni, avranno notato all’ altezza del bar “Il Principe” dove sta quella stradina oggi dedicata al grande ciclista Alberto Marzaioli. Un gran movimento di persone, belle persone, accorse al primo incontro del caffè letterario organizzato da Amedeo Marzaioli in ricordo di suo fratello.
Anche io invitato da Amedeo e per dirvi la verità come ho detto ai microfoni di Luca Tramontano, mattatore della serata, mi son fatto questa domanda:” Ma cos’è un caffè letterario? Un locale per i vip? O per quelli che hanno la puzza sotto il naso o un ritrovo per annoiati artisti, un luogo dove produrre e discutere di sapere o solo un luogo elegante dove ritrovarsi e consumare gustose bevande?
Questi locali ebbene non sono nati oggi ma nella Francia del 1600 infatti personaggi come Diderot, Montesquier, Rousseau, Voltaire, Victor Hugo nonché il dottor Guillotin avevano l’abitudine di sedere in un caffè e nel clima accogliente, elegante, cordiale ed amichevole del locale, trascorrevano il loro tempo a discutere di filosofia, di moralità e di cultura sorseggiando un fumante caffè .
Questi luoghi eleganti ed accoglienti si diffusero successivamente in tutta Europa, come fulcri nelle città di idee e rivoluzioni, ma divennero anche luoghi in cui discutere liberamente di musica, letteratura, arte e poesia: ed i caffè divennero letterari. Amedeo Marzaioli con altri amici hanno allestito un loro affascinante, elegante e suggestivo Caffè Letterario nella stradina che congiunge il Corso con il Capillo, ltrasformandola in un “centro di gravità permanente” per usare le parole di F. Battiato, un posto dove i cittadini che vogliono bene questa città possono convergere cercando di mantenere un punto di vista stabile, un baricentro interiore che gli permettono di non cambiare idea di continuo, e che anzi continuano a credere nell’arte, nella cultura ed in quello che è stato per continuare a crescere e credere nel futuro di una Maddaloni migliore.
Una rivoluzione ieri sera è stata compiuta , nel nostro piccolo, nel fornire degli stimoli, una possibilità di creazione, in modo da edificare sé stessi, così da individuare qual è la forma migliore per potersi esprimere e uscire dalla via della mediocrità verso la quale in molti oggi si dirigono.
Ora ci aspettano nuovi appuntamenti, con tante sorprese, ieri ne ho assistite a tante, di vario genere, dalla poesia con Luca, dal ricordo di Alberto, alla musica e ai balli di una volta e infine alla cucina de “Il Principe”.
Per terminare, questa città, aveva bisogno di questo ritrovo culturale più che mondano, con la speranza che questo posto rievochi i tempi in cui la gente si ritrovava per discutere di cultura, scienza, musica dinnanzi ad un caffè o un buon bicchiere di vino, un luogo quasi mistico, che racchiude in se il passato di Maddaloni, crocevia di culture e storie disparate, che hanno dato e preso, ma che comunque hanno lasciato il segno.

bocchetti