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Si torna a parlare della centrale Turbogas. L’impianto produttivo, la cui entrata in esercizio risale al 1977, comprende 4 gruppi turbogas ed occupa un’area di ben 69.000 m2. Nel 2012, a seguito del parere sfavorevole del Comune di Maddaloni e della Provincia di Caserta, il Ministero dell’Ambiente ha emanato un decreto di diniego della Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio dell’impianto rendendolo indisponibile dal servizio di generazione elettrica. Enel nel mese di maggio 2012 ha presentato ricorso davanti al TAR del Lazio avverso il decreto di diniego dell’AIA e, secondo quanto riportato sul sito della stessa azienda, ha chiesto l’autorizzazione a cessare definitivamente l’esercizio della centrale. Recentemente Enel ha deciso di lanciare un progetto chiamato Futur-E per identificare con i soggetti interessati, cioè amministrazioni e comunità locali, soluzioni sostenibili per dare nuova vita a ventitré centrali elettriche in disuso tra cui la turbogas di Maddaloni. I progetti e le ipotesi in campo sono molteplici: aree commerciali integrate, fabbriche ad alto contenuto tecnologico, potenti “data center” di internet, centrali a biomassa o di trattamento rifiuti ed addirittura aziende automobilistiche. Le 23 centrali dismesse sono state suddivise in tre grandi gruppi: il primo gruppo  racchiude quelle centrali che potrebbero continuare a produrre energia elettrica se venissero riconvertite; il secondo gruppo è quello di impianti inglobati nel tessuto urbano che non sono più pensabili come siti di generazione elettrica e queste centrali potrebbero essere riprogettate per essere destinate ad altri scopi, industriali e non; l’ultimo gruppo, infine, comprende quegli impianti che, pur non essendo ubicati all’interno di città, non hanno più possibilità di continuare l’attività di generazione elettrica e per questi siti Enel intende valutare proposte alternative, promuovendo in alcuni casi dei “concorsi di idee”. Non è dato sapere al momento quale siano le intenzioni di Enel circa la centrale Turbogas di Maddaloni.  L’unico dato certo è che la città ha ospitato la centrale per circa 40 anni senza ricevere alcun ristoro sia in termini economici che lavorativi. Non meno importante è stato l’impatto del sito sull’ambiente. Basti ricordare che, come evidenziato nella Conferenza di Servizi del 2012, convocata dal Ministero dell’Ambiente, le acque di falda della Centrale ENEL Turbogas sono risultate contaminate da metalli pesanti ed idrocarburi. Tali dati sono stati contestati da Enel attraverso studi e rilievi finanziati dalla stessa azienda tanto che nella conferenza dei servizi del mese di febbraio 2016 , con il parere favorevole dell’amministrazione dell’ex sindaco De Lucia, è stata definitivamente sospesa la messa in sicurezza di emergenza del sito con unica prescrizione da parte della Regione Campania all’azienda della reiterazione della campagna di indagini per verificare la qualità dell’aria ed il prosieguo del monitoraggio della falda idrica sotterranea per i restanti 3 (tre) anni con una frequenza semestrale (scadenza dicembre 2018). E mancano studi circa la qualità dell’aria nel corso degli anni. Quindi di polemiche e discussioni la Turbogas ne ha scatenate tante soprattutto politiche senza addivenire mai ad una soluzione definitiva. Enel ha avuto tanto dalla città di Maddaloni e non resta che sperare che la disponibilità ed il sacrificio della città siano finalmente riconosciuti dall’azienda e ricompensati sia in termini economici che lavorativi. Pertanto nel sito che attualmente ospita la Turbogas sarebbe auspicabile che fosse finanziato o allestito da Enel, o altro soggetto, un progetto o attività che dia finalmente benefici all’economia della città. Non sarebbe tollerabile la solita cattedrale in ferro – cemento destinata alla ruggine ed all’oblio. Ne sarebbe tollerabile l’ipotesi di un riutilizzo del sito in ambito elettrico: si parla infatti di conversione in impianto per stabilizzare la rete elettrica costruendo dei compensatori asincroni.

Dott. Angelo Tenneriello

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