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MADDALONI- “Iap mon amour”. Esternalizzazione dei tributi comunali al capolinea: non avrà un lieto fine il romanzo d’amore, tra gli ex amministratori e i commissari straordinari che hanno retto le sorti dell’ente locale (a partire dal 2012) e caldeggiato le ragioni dell’avvento salvifico dei privati contro l’evasione, l’elusione e la mancata riscossione in tempi congrui dei tributi comunali. Qualche obiettivo, ad onor del vero, è stato raggiunto. Ma troppi sono stati i disservizi. Numeri alla mano, l’equazione privati uguale più servizi certi ed efficienti sembra essere un puro teorema, un dogma senza fondamento, quasi un atto di fede. Le cifre indicano altro. Prendiamo il ”caso Ta.ri.”, il cui gettito copre la principale spesa comunale: quella dei servizi di igiene urbana oggi attestata sui 26 milioni di euro in cinque anni. Nel 2013 è stato riscosso il 64% per cento del ruolo. Ma già nel 2014 si è scesi al 59 per cento. Poi il trend negativo si è stabilizzato: nel 2015, si è riscosso solo il 57%, il 56% nel 2016 e addirittura il 53% nel 2017. Meno 11 per cento in cinque anni: tra gettito previsto e incasso mancano all’appello 16 milioni di euro. E la cosa più significativa è che quasi un maddalonese su due nel 2017 non ha pagato la Ta.ri. Resta un altro cruccio: visto i numeri, non si poteva raggiungere o anche migliorare il risultato conseguito spendendo di meno e utilizzando le risorse interne del Comune? L’interrogativo lo lanciamo ai sostenitori dell’esternalizzazione integrale e a chi, oggi, è chiamato a fare scelte che quasi certamente porteranno alla gestione in house dei tributi comunali.

bocchetti