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Dopo oltre sette mesi di silenzio assoluto, l’ex maggioranza che ha sostenuto l’amministrazione comunale targata Rosa De Lucia, in seguito ad alcune riunioni, ha redatto un comunicato stampa per chiarire la propria posizione.
Un silenzio assordante che merita un’analisi del documento che abbiamo pubblicato integralmente ieri mattina e che ha scatenato la reazione di alcuni utenti dei Social Network.
Partiamo dai presenti: Giuseppe Lutri , Giuseppe Carfora , Giuseppe Magliocca ,Giuseppe D’Alessandro,  Filippo Iacobelli , Franco Merola , Vincenzo Vinciguerra , Teresa Cafarelli , Antonio de Rosa , Vincenzo Lerro.
Secondo il documento, oltre agli amministratori indagati, manca l’intero gruppo di Terra Mia composto dal Vicesindaco Michele Di Nuzzo e dagli ex consiglieri Bernardo Antonietta, Belvito D’Angelo e Teresa Esposito; il restante gruppo di Forza Italia con l’assenza dell’ex Presidente del Consiglio Comunale Giacomo Lombardi, della consigliera Dora Caturano e del padre Nino, Assessore al Bilancio (Tra i presenti, però, Giuseppe Carfora, da sempre professionalmente e politicamente vicino alla famiglia Caturano).
Si imponeva un periodo di assoluto silenzio dopo l’assordante clamore dell’arresto del Sindaco Rosa De Lucia.
Inizia così l’attesissimo comunicato stampa, con una verità parziale perché effettivamente di congiunto non c’è mai stato nulla ma, singolarmente, qualche commento è stato scritto. Il primo è stato Antonio De Rosa che istintivamente, alle 09:37 del 7 marzo, cioè poche ore dopo gli arresti, scriveva così sul suo profilo Facebook: ”Ne uscirai più forte di prima” con la sua foto in compagnia dell’allora fascia tricolore innanzi al Teatro Izzo di Caserta. Per carità, nulla da dire. L’affetto, la solidarietà, la vicinanza alla famiglia… in poche parole l’ingegnere De Rosa era convinto dell’innocenza dell’ex Primo cittadino. Forse, dopo due richieste di patteggiamento (per altro rigettate) l’esponente di Maddaloni Futura avrà avuto qualche dubbio?
Il 10 marzo, quindi tre giorni dopo il blitz dei carabinieri, arrivava un comunicato di Franco Merola, consigliere comunale in quota Popolari per Maddaloni. Nel comunicato pubblicato dalla testata online Noi Caserta, il geometra affermava testualmente:
“Io credo che le indagini hanno fatto emergere fatti inquietanti che meritano una riflessione. Non possiamo tenere in piedi un’amministrazione comunale che, secondo la ricostruzione della Procura, si basava sulla compravendita di consiglieri e dei loro voti. Dobbiamo chiudere questa brutta pagina e permettere a tutti gli indagati di difendersi da uomini e donne libere”
Così Franco Merola in merito alle (non) dimissioni dei consiglieri comunali.
Il comunicato stampa prosegue così
“Si imponeva per il rispetto dovuto alla Autorità inquirente; per il rispetto altrettanto grande e speculare nei confronti dei cittadini ed, infine, perché anche gli inquisiti non meritano nessuna condanna e compromissione della dignità personale prima della sentenza definitiva e dell’accertamento della personale responsabilità.
Altro è, naturalmente, il giudizio politico!
A questo, quindi, non possiamo sottrarci perché sono prossime le elezioni del nuovo governo cittadino alle quali sentiamo il dovere di partecipare.”
Indipendentemente dalle elezioni per il nuovo governo, il giudizio politico è un qualcosa che va oltre e comunque; quindi, se legittimamente chi ha sostenuto l’ultima forza di governo della città ha intenzione di ripresentarsi, lo faccia, ma non necessariamente perché c’è un giudizio politico individuale, soggettivo o di massa, perché Maddaloni ha bisogno di fatti concreti e non filosofie di rivalsa emotiva; inoltre, il dovere di partecipare inteso come status personale non è il termine più idoneo, perchè non crediamo che ci sia stata un’imposizione medica a tal proposito.
“Certamente la fase amministrativa che recentemente si è chiusa con l’intervento della Magistratura è stata una fase confusa, poco trasparente e partecipata e, pertanto, lontana dalle reali esigenze dei cittadini. Se una responsabilità la classe dirigente ha assunto, questa è ascrivibile esclusivamente all’eccessiva fiducia riposta in chi aveva la conduzione della cosa pubblica e, nelle maglie della burocrazia amministrativa, ha celato comportamenti che, dal punto di vista politico prima che giudiziario, sono certamente censurabili e non condivisibili.”
Questo passaggio è di fondamentale importanza; da un lato si avverte una sorta di “mea culpa”, una parziale ammissione di una fase amministrativa che, quindi, aveva anche in termini tecnici e/o concreti le sue lacune, d’altro canto, c’è da evidenziare l’umiltà (finalmente) di chi prende atto di aver riposto un’eccessiva fiducia in chi aveva la conduzione della cosa pubblica. Ma chi aveva il dovere di vigilare poteva tranquillamente negare tale fiducia, quindi un pizzico di irresponsabilità politico-amministrativa emerge.
Il Comunicato si conclude così:
“Chi come noi ha fatto parte della maggioranza in Consiglio e della amministrazione della Città sente ed avverte l’ingombro del recente passato ma non può addossarsi responsabilità che in alcun modo ha e che devono ascriversi a carico degli autori di atti ed eventi cui hanno dato vita consapevolmente e colpevolmente e che in nessun modo sono stati avallati o condivisi o solo tollerati.
Ci presentiamo quindi alla Città con le nostre storie personali ed i nostri percorsi politici con la convinzione e la pretesa di poter degnamente guidare questa nuova fase della vita amministrativa del Comune, certamente complessa e difficile, con la consapevolezza di agire nell’interesse pubblico generale per la realizzazione di programmi ed interventi che possano aprire prospettive di rinascita economica e sociale alla popolazione maddalonese.
Noi ci metteremo la faccia, l’impegno e la competenza, senza riserve e senza timore del giudizio degli elettori ai quali chiediamo, fin d’ora l’appoggio ed il sostegno”
Avvertire l’ingombro è dunque una presa d’atto delle responsabilità di cui dicevamo e questo non può far altro che bene alle persone non coinvolte nei fatti giudiziari. Senza mezzi termini, i firmatari del Comunicato, fin da subito chiedono il sostegno e l’appoggio agli elettori, lo fanno con coraggio e senza ipocrisia, palesando dunque l’intenzione di riproporsi alla guida amministrativa della città.
Chi sentenzierà politicamente sulle ambizioni dell’ex maggioranza sarà dunque la città di Maddaloni e quindi gli oltre 30.000 aventi diritto al voto. E questo è un dato inopinabile.
Maddaloni ha bisogno di guardare avanti, quindi ci aspettiamo fin da subito proposte di programmi, idee ed iniziative, con l’augurio che i fatti giudiziari possano essere solo un ricordo ed un invito simbolico ad eventuali affaristi a stare lontano dalla res publica.
 

bocchetti