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MADDALONI- E’ una “festa di San Michele 2.0”. I tempi sono cambiati e il marketing, con le sue inesorabili leggi della sponsorizzazione, invasive e pervasive, vuole il suo spazio. Anche i solenni festeggiamenti non si salvano dalla ferrea logica delle sponsorizzazioni. Perché questa edizione, piaccia o no, sarà ricordata dalla sovrabbondante presenza di striscioni (orizzontali e a bandiera). Ma non si tratta della solita pubblicità, affissa in qualche posto visibile ma deputato allo scopo. In questa edizione è stata sdoganata la pubblicità dappertutto. Un po’ come quella che ci arriva sui cellelulari e infesta con i suoi pup up la nostra navigazione web. Insomma, se non la vuoi vedere comunque ti insegue. La stessa cosa sta accadendo con la prima edizione della “Festa di san Michele 2.0”. Se la pubblicità non la volete vedere è la pubblicità che si rende visibile. Dappertutto appunto. Si è avuta la buona idea di coprire il cantiere della casa comunale con un sobrio telo verde. Poi sul telo sono arrivate le “pezze a colori”: la pubblicità degli sponsor. Ma restiamo nell’ambito di uno spazio, anomalo per verità, ma comunque circoscritto per le sponsorizzazioni. Anche se in un passato non troppo lontano tutte le attività commerciali e imprenditoriali contribuivano, anche lautamente alla riuscita dei festeggiamenti, senza pretesa di visibilità. Ma i tempi sono cambiati. E sono cambiati per davvero perché sono spuntati i pali con annessa pubblicità a bandiera. Insomma, se non volete vedere il muro pubblicitario del comune c’è la pubblicità affissa alle luminarie. Anche la pubblicità affissa al “festone o entrata della festa” in piazza Matteotti. Ma allora se dobbiamo davvero fare marketing facciamolo fino in fondo. Vista la penuria di fondi, il top della visibilità e del marketing sarebbe trovare uno sponsor per la fascia che indossa san Michele Arcangelo. Il centro dell’attenzione di tutti i festeggiamenti, che gira per tutto il territorio, garantirebbe un’entrata importante con una pubblicità itinerante e ad alta visibilità. Insomma, con i proventi ci potremmo sparare (Per gli amanti del genere) pure un concerto di Gigi D’Alessio. E pensandoci bene si potrebbe anche sponsorizzare il gonnellino del “Celeste campione” e perché non pure il corpaccione del diavolo sottostante? E se non ricordiamo male, negli anni ruggenti dei festeggiamenti, sotto la statua erano affissi i soldi dei fedeli e addirittura i dollari degli emigranti. Idea: sponsor anche sul sostegno della statua lignea. Scherzi irriverenti a parte, ma non doveva essere una festa sobria? Chissà cosa ne penserà il Vescovo dei “festeggiamenti 2.0”…

bocchetti