00 4 min 7 anni

fb_img_1479561593729
Alla luce di alcune inchieste fatte sul prossimo Referendum devo ammettere che la chiarezza resta ancora una mera speranza. Non escludo una mia bassa capacità di comprensione della legge, tantomeno delle modalità di votazione, ma da qui alla deficienza ce ne passa. Analizzando le diverse risposte datemi da amici e non solo, appartenenti allo schieramento del SI o del NO, ne vien fuori un quadro che rispecchia appieno le modifiche apportate alla costituzione. Cioè, poca comprensibilità. A questo punto, mi sono fermato. Mi sono posto delle domande, ho chiesto consigli, pareri, opinioni in merito, ma andare al di là della credenza di partito (per molti) e quella del gregge (per altri), resta difficile. Tralasciando che i tempi, così come le persone, cambino….e quindi apportare qualche piccola modifica al testo costituzionale non fa mai male, è anche vero che questo bel libricino lasciatoci dai padri fondatori, di una Democrazia invidiataci in tutto il mondo, non è che sia proprio da gettare nel camino d’inverno. Arrivando nello specifico al 4 Dicembre però, nuovi dubbi assalgono la mente. Il capo del Governo dice che, con questa riforma, dalle prossime elezioni il nostro compito sarà facilitato, in quanto non sarà nostro dovere eleggere i Senatori (scelti direttamente tra i Sindaci di tutta Italia e i Consiglieri regionali). Ammettendo sempre la mia ignoranza e la mia poca comprensione su quale sia il metro di giudizio secondo cui, un Sindaco abbia più diritto a sedere in Parlamento rispetto ad un altro, c’è anche il forte scetticismo in merito all’immunità parlamentare. Strumento che giova, e non poco, marchette della politica vecchie quanto la costituzione. Sul bicameralismo, la chiarezza va davvero a farsi benedire da tutto il mondo ecclesiastico vaticano. Viene abbattuto…ok… ma in che modo? Personalmente, non ho capito una mazza sull’iter burocratico che segue una legge alla merce di Camera e Senato. Sulla partecipazione popolare, infine, mi trovo abbastanza in disaccordo. Un paese che naviga nella crisi di lavoro e i cui cittadini chiedono una maggiore collaborazione con lo Stato e un forte appoggio dagli esponenti parlamentari, viene messo a tacere con una riforma che, di fatto, zittisce il popolo stesso. Presentare una legge di iniziativa popolare costerà agli italiani 150.000 firme, ossia il triplo rispetto ad oggi, mentre per proposte di Referendum passeremo dalle attuali 500.000 a 800.000 firme. Ora, sinceramente non mi sentirei mai di dispensare consigli su quale casella sbarrare il prossimo 4 Dicembre, perché alla luce di quanto evidenziato mi pare fin troppo chiaro che, comunque vada, a rimetterci siano sempre i cittadini. In fondo, giocare con i soldi delle tasse e far gola con qualche piccola promessa che non porti costi eccessivi, vien facile a tutti. Che sia un SI, oppure un NO, la legge in Italia, oggi, non tutela nessuno. Nemmeno e soprattutto chi ha la fortuna di lavorare o l’onere di portare avanti un’attività. Quindi, alla luce di ciò, io un piccolo Referendum lo farei ma su punti diversi. Riguarderebbe le indennità, dato che nessun uomo è perfetto o pulito e tutti possono sbagliare, soprattutto i politici. Riguarderebbe le pensioni, ma non quelle degli italiani che aspettano i 70 anni, ma quelle dei parlamentari che dopo 2 seduti al caldo si mangiano i risparmi dei miei genitori. Riguarderebbe le auto blu, gli stipendi gonfiati, i privilegi, i Jet privati e diritti affermati di chi pensa solo all’ideologia politica e di partito ma non alla vera sostanza di essa. A conti fatti, siamo alle solite….Italia SI o Italia NO, questa sarà sempre la terra dei cachi e delle cacate.
Giammarco Viggiano

bocchetti