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MADDALONI- Tutta colpa delle bonifiche e degli smaltimenti clandestini? Anche del ritardo (ben 20 mesi) dell’avvio del programma regionale obbligatorio (ai sensi delle legge regionale 14 del 2016) di riorganizzazione del ciclo dei rifiuti sul territorio. Dunque non è una sorpresa: la raccolta differenziata stenta a superare il 40 per cento (su base semestrale). Ma il fatto davvero singolare è che Maddaloni produce e smaltisce più rifiuti ingombranti di Caserta e quasi il doppio di «rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche» (Raee) dismesse. E questa insospettata marea di immondizia (mobilio, elementi d’arredo, televisori, frigoriferi e molto altro) sta producendo, da anni, debiti fuori bilancio. In poco più di tre mesi il Comune ha speso 13 mila euro per conferire gli ingombranti e quasi 50 mila euro per rimuovere le discariche tra l’A30 e l’Interporto. E non è bastato. Il ritrovamento di un grande quantità di carcasse di elettrodomestici dismessi (depredate delle parti elettriche, dei motori e soprattutto di metalli come rame) fanno spettare che Maddaloni sia la base operativa, non solo di rigattieri o «svuotacatine» ma di un traffico e smercio di parti di elettrodomestici usati. A fronte dell’emergenza non si è visto ancora un centesimo dei fondi collegata all’attività di contrasto del «Comitato Terra dei Fuochi». Numeri alla mano, i Raee sarebbero i rifiuti più gettonati, più trattati e più redditizi. Quindi non basta la riorganizzazione del servizi di raccolta, differenziazione e smaltimento sul territorio. Torniamo ai numeri: Maddaloni passa dall’allarmante 35 per cento ad uno striminzito 40 per cento che, secondo le proiezioni, potrebbe arrivare al 45 ma solo a dicembre inoltrato. Il territorio resta nella poco onorevole «Classe A» che raccoglie i 25 «comuni ad alta densità abitativa» con il tasso di differenziazione peggiore su base regionale. E qui i ritardi regionali hanno inciso e molto: è arrivata la task force promessa ma ci vorrà molto tempo per invertire la rotta. Grazie alle 21 unità, formate dal Consorzio di Bacino, sono ripresi i «servizi di vigilanza ambientale» con tutte le funzioni di guardie ambientali. Ma mancano ancora gli strumenti promessi: isole ecologiche mobili e adeguamento logistico. Così l’indice di raccolta differenziata è eccessivamente basso (inferiore al 50 per cento) e i costi della Nu sono eccessivamente alti. Contribuisce ad incrementare l’«esborso oneroso», anche l’aumento del conferimento in discarica. Con queste condizioni, Maddaloni come tutta la provincia e la Regione Campania, è condannata a pagare una Tari stellare: 40 euro in più rispetto alla media nazionale già alta. Più del doppio dei comuni del Trentino per servizi scadenti. C’è da riflettere.

bocchetti