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MADDALONI- Subito il Consiglio Comunale aperto. Stamattina, il sindaco Andrea De Filippo darà disposizione per la «convocazione immediata di un consiglio comunale straordinario)». Parte la mobilitazione sul ridimensionamento dell’ospedale non adeguato alle esigenze del territorio.

E’ personalmente il primo cittadino a spiegare il senso dell’iniziativa: «Coinvolgeremo tutti i sindaci e chiederemo la disponibilità delle forze politiche sociali che contestano, con dati obiettivi e inappuntabili, un piano che non si regge in piedi».

Parlare di ridimesionamento dell’ospedale di Maddaloni, come se fosse un problema locale, è altamente riduttivo. Giusto?

Esattamente. Qui sono in gioco le prestazioni sanitarie destinate ad un bacino di oltre 15 comuni di medie e grandi dimensioni pari a quasi 100 mila utenti. Stiamo parlando non solo dell’est casertano, genericamente individuato come la sommatoria di Maddaloni e di tutti i comuni della Valle di Suessola, ma di un’utenza che riguarda il beneventano e l’area di Napoli confinante. Geograficamente parlando dicessero e spiegassero alle persone di Telese, Forchia, Arpaia, Sant’Agata dei Goti, che già hanno subito una ridimensionamento dei servizi, che per loro ci sono altri tagli. Lo dicessero ai cittadini del vicino napoletano provenienti da Acerra e Marigliano. Si dicesse loro che non hanno diritto a servizi sanitari efficienti e le medesime prestazioni degli altri cittadini della provincia e della regione».

Ma quale è la vostra posizione?

«Fino ad oggi abbiamo chiesto, ed è tutto documentato in tutte le sedi istituzionali, semplicemente un ospedale efficiente e l’adeguamento delle prestazioni già erogate. Chiediamo servizi adeguati e non la luna».

Entriamo nei dettagli…

«Vogliamo un ospedale vero ed efficace. Non uno qualsiasi o un contentino. Diversamente, chiederò formalmente alla Regione di chiudere l’ospedale di Maddaloni».

Ma questa è una provocazione estrema..

«No, solo un ragionamento portato alle estreme conseguenze. Ripeto: non servono pannicelli caldi ma servizi efficienti commisurati alle richieste oggettive del territorio. Tutto il resto non ci interessa. Servono servizi veri capaci di dare risposte vere alla gente. Se qualcuno non è d’accordo che lo dicesse. Ma spiegasse pure, una volta chiuso o ridimensionato, ai cittadini elettori che per loro l’articolo 11 della Costituzione non vale»

E in questo scenario estremo di palese provocazione che succederebbe?

«Ne trarremo le logiche conseguenze sociali e politiche anche alle prossime elezioni europee e soprattutto regionali».

Redazione