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MADDALONI- “Non ti pago”. Non sono disposti a restituire nemmeno un centesimo. Potrebbe riassumersi così la posizione dei 134 dipendenti comunali e di qualche dipendente in pensione, messi in mora dal Ministero dell’Economia e Finanza (Mef) e dal Comune, per aver percepito indennità non dovute pari a 420 euro in media pro capite per complessivi 60 mila euro. E’ una rivolta. Mentre tutti si sono affidati ad un legale che impugnerà gli atti, si muove il “passionario dei dipendenti comunali”. Oggi in pensione, il fondatore del sindacato autonomo dei lavoratori del Comune di Maddaloni (Salcom), ha redatto quello che il “manifesto della rivolta o delle obiezioni documentate”. Ce lo spiega personalmente da Donato Proto.

Quali sono le obiezioni che possono essere condivise da tutti i dipendenti comunali?

Innanzitutto, l’importo del presunto addebito non è contabilizzato correttamente poiché, per costante e consolidata giurisprudenza, deve essere richiesto al netto di ritenute previdenziali, assistenziali ed erariali ed, eventualmente, recuperato con la stessa cadenza con cui è stato corrisposto o, in alternativa, definito con il dipendente.

Tradotto: si rischia la doppia tassazione e una riscossione non regolamentata?

Esattamente. Basterebbe questo per formulare l’invito ad annullare la procedura per evidente illegittimità.

Ma si contestata anche la legittimità dell’addebito?

Certo che si. L’indennità di “disagio per l’utilizzo di videoterminali” è stata definita in delegazione trattante con la parte pubblica e ratificata con delibera di Giunta. Il pagamento è avvenuto, per quanto mi riguarda, negli anni 2009 e 2010, con cadenza mensile, senza alcun atto di impegno spesa ed con autorizzazione al pagamento. La vicenda ha interessato la generalità dei Comuni italiani, tanto che è stato necessario l’intervento del Governo nazionale con l’adozione del c.d. “decreto salva-Roma” per varare una sanatoria per la violazione dei limiti e dei vincoli imposti dalla contrattazione collettiva.

E la sanatoria non vale per Maddaloni?

Si e no. Tecnicamente si, ma praticamente no perchè Maddaloni non ha rispettato il patto di stabilità.

Quindi i dipendenti pagano per responsabilità che non sono dei dipendenti?

Purtoppo si. Nella mia nota ho spiegato anche il perché con chiari riferimenti normativi. Si vogliono far pagare ai dipendenti il mancato rispetto del patto di stabilità, fatto che ha dei responsabili ben precisi, individuati ed individuabili negli amministratori dell’epoca, compresi i consiglieri che hanno approvato bilanci preventivo e consuntivo, nel direttore generale dell’epoca, nel segretario generale dell’epoca, nel dirigente del servizio finanziario dell’epoca, nel responsabile del servizio finanziario dell’epoca, nel collegio dei revisori,  cui deve essere contestato ed attribuito ogni addebito. Sono certo che tali personaggi (esclusi amministratori e revisori), per gli anni di cui si tratta, hanno perfino percepito l’indennità di risultato prevista.

Da qui la rivolta?

Certo: i dipendenti non debbono pagare le responsabilità e le colpe gravissime di chi non ha saputo fare il proprio lavoro, lautamente pagato dai cittadini maddalonesi.

Redazione