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MADDALONI- Gaetano Pascarella è davvero tornato. Ma questa volta per accendere il dibattito e lanciare l’allarme sugli effetti del “regionalismo differenziato”. “Così si rompe il Paese, la sua storia, la sua Carta Costituzionale”. A 24 ore dalla presentazione del libro “Zero al Sud” di Marco Esposito lancia un allarme e una provocazione: “Durante il dibattito parlamentare (in calendario a metà febbraio) lancio l’invito a tutti i sindaci casertani e non. Listate a lutto le bandiere, come ho fatto io, perché a a rischio davvero la tenuta del Paese”. Sulla “Secessione dei ricchi” abbiamo raccolto le sue perplessità.

Il regionalismo cosidetto differenziato raccoglie consensi trasversali nei partiti, anche nel Pd e soprattutto in Emilia-Romagna..

Replico immediatamente dicendo, da socialista, che oggi sono contrario alla riforma del Titolo Quinto della Costituzione che ha innescato questo processo tutt’altro che virtuoso…

Sembra un processo irreversibile che miete consensi trasversali…

E’ un processo che si può bloccare con una mobilitazione trasversale dei parlamentari meridionali e non solo.

Ma è stato il filosofo Cacciari a teorizzare la nascita del “Pd del Nord”…

Anche Cacciari può leggere male i fatti politici e gli avvenimenti storici. Dico solo che si avvera il regionalismo differenziato non nasce un “Pd del Nord” ma nascono partiti territorialmente separati. Oggi è in auge una classe dirigente tutta appiattita su fatti amministrativi, gestionali e locali. Si è perso il senso di fare politica su scala nazionale.

Confida che ci si possa ravvedere su una simile riforma?

Penso e spero di si perché quello che oggi è un gap infrastrutturale, di residuo fiscale e servizi tra Nord e Sud si trasformerà in diritti di cittadinanza diversificati. E questo avrebbe dei contraccolpi durissimi.

Si è convertito al meridionalismo?

Sono un socialista e questo basta. Ma condivido il manifesto di Gianfranco Viesti e quello degli accademici di Mazzarella.

Oltre all’allarme, coglie i segnali di questa pericolosa deriva?

Il caso della ”Normale di Pisa” con l’avversione all’accordo tra il rettore della Federico II e l’Accademia pisana è un segnale precursore di quello che potrebbe accadere. Anche le politiche sull’immigrazione e lo scontro tra opposti estremismi ne è un altro ancora più inquietante esempio.

Quali sono i suoi modelli alternativi?

Beh, francamente le scelte di Letta sull’immigrazione sono da sostenere. E dico anche una cosa impopolare: parte delle riforme di Renzi (ovviamente non presentate come una sommatoria di provvedimenti) dovrebbero e potrebbero essere rilanciate.

Ma una riforma federale dello Stato non sarebbe un’alternativa plausibile?

Francamente, sono avverso anche a questo regionalismo attuale. Così come penso che competenze su Ambiente, Infrastrutture, ecc. debbano essere gestite secondo la logica dell’interesse nazionale.

Ma quale è il passo successivo da fare dopo il dibattito parlamentare?

Avviare una mobilitazione parlamentare e sui territori. E poi cambiare gli atteggiamenti politici-amministrativi al Nord così al Sud.

E se passa il regionalismo differenziato?

Restituisco la tessera del Pd. Per questo dico a tutti: esponente anche voi sul vostro balcone, sui comuni, nelle scuole e dappertutto un tricolore listato a lutto. Ne va del futuro del Paese.

Redazione