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MADDALONI- “Chiuso per pensionamento”. L’avevamo scritto. E ora si fa molto ma davvero molto più concreto il pericolo di paralisi dell’Ufficio tecnico comunale (Utc). C’è un anno di pratiche edilizie accumulate. In concreto, si rischia la paralisi dell’80 per cento delle attività edilizie residue sul territorio. Si tratta di un danno economico incalcolabile se sommato alla congiuntura tutt’altro che favorevole dell’economia nazionale e di quella del territorio in particolare. La situazione è tanto drammatica che si mobilitano i tecnici. Ingegneri, architetti, geometri ma anche privati cittadini non ci stanno a pagare il prezzo dell’ennesima e pesantissima paralisi. Giù si intravedono le ricadute dei pensionamenti: via il dirigente pellegrino in pensione dal primo luglio. Ma via anche altri. Restano invece l’enorme carico di lavoro  e le pratiche inevase. E gli addetti ai lavori e non solo non ci stanno.  Indetta una riunione di tutti gli operatori con una dusplice finalità: protestare contro il danno economico che si sta maturando e proporre soluzioni e vie di uscita. Tra le altre cose, è stata scartata l’ipotesi di mantenere in servizio, evitando lo smaltimento dovuto delle ferie, il personale che ha maturato il diritto al pensionamento. Insomma, l’emergenza e le scadenze anche amministrative varrebbero uno sforzo necessario. Invece, è arrivato il divieto. Ci sono i soldi per indennità e emolumento ma non per salvaguadare servizi essenziali. Allora, senza polemiche, scatta la protesta. Indetta una riunione e un coordinamento dei tecnici locali. Siamo ben oltre la logica della short list utilizzata per sbloccare le pratiche arretrate del condono edilizio. Mario Barbato (Maddaloni nel Cuore) conferma e spiega: “Non c’è più tempo da perdere. Le short list di tecnici permetterebbero di avviare le istruttore. Ma manca il personale per approvarle”. Senza polemiche e spirito di rivalsa, arriva la prosposta: “Per completare gli organici dei funzionari che dovranno essere gli esecutori materiali degli atti amministrativi ci possono essere tre strade possibili: ricorrere a tecnici esterni a scavalco provenienti da altri comuni; valutare il ricorso all’attivazione della Commissione edilizia oppure conferire una posizione organizzativa ai tecnici superstiti in servizio”. Lo spirito è di collaborazione ma l’insofferenza sta superando il livello di guardia.

Redazione