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MADDALONI- Gufata storica? Laconico, disincantato, condito con un punta di sarcasmo: è il commento di Peppe  Razzano (Città di Idee) alla firma delle conciliazione giudiziale tra Interporto Sud Europa e Comune per il pagamento in 16 rate di 14 milioni e 179 mila euro di tasse non onorate. Razzano sintetizza quella che è la vulgata unanime che circola tra l’opposizione. La svolta storica o accordo storico sarebbe solo una promessa e non un fatto. E Razzano legge l’accordo (i cui contenuti sono ancora tutti da leggere) a tinte fosche: “Parole magiche che nascondono una verità: l’accordo tra il Comune di Maddaloni e l’Interporto è fatto senza nessuna garanzia e sottolineo nessuna. Se mezza rata non verrà pagata salta il banco, ma questo nessuno lo dirà”. L’idea è questa: i proventi dell’Interporto terrebbero in piedi in comune. Il mancato gettito produrrebbe il dissesto o quasi. Secondo noi è uno scenario tutto da dimostrare come l’efficacia dell’accordo appena sottoscritto. Esiste una terza chiave di lettura estranea ai desiderata della maggioranza e alle critiche dell’opposizione: qualunque ipotesi si tradurrà in realtà pagano, come sempre e solo, i maddalonesi. Pagano se l’accodo non dovesse funzionare. Ma hanno pagato anche per i mancati accordi precedenti, perché dal lontano 2007 (ben tre sindaci e tre commissari straordinari) non sono riusciti ad ottenere il dovuto ristoro. Hanno pagato perché la piattaforma intermodale (disegnata nel 1997) avrebbe dovuto rappresentare il famigerato volano dello sviluppo che non c’è stato. Slogan che abbiamo sentito agitare dall’estrema sinistra fino all’estrema destra. Pagano i costi anche del progetto gemello che è lo scalo merci ferroviario: il più grande del Mezzogiorno e di fatto chiuso. Ma questo nessuno lo dice o lo ricorda. Ma torniamo ai nostri giorni: nessun collegamento esiste tra i contenziosi amministrativi-tributari e la questione dei cantieri di completamento dell’Interporto. Anche questo è un film visto e rivisto mille volte: anche qui la politica tutta dovrebbe cospargersi il capo di cenere. Che ne è degli accordi di stabilizzazione occupazionale sottoscritti nel 2007?

Redazione