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MADDALONI- Si cerca di superare la stagione dei sequestri quella delle sole carte bollate e delle piombature ma non dei necessari interventi di bonifica e/o messa in sicurezza. A cinque anni dal sequestro, il Comune di Maddaloni e l’Arpac si preparano a siglare una convenzione per una sulle indagini fisico-chimiche che saranno effettuate sull’invaso dell’ex Cava Monti. W quindi ad avviare un percorso di risanamento e vigilanza ambientali delle acque di superficie e quelle captate da 40 impianti di sollevamento distribuiti sui 65 ettari, entro un raggio di due chilometri dall’ex cava di Masseria Monti. Grazie ad un finanziamento di poco inferiore ai 200 mila euro della Regione Campania ha avviato il percorso necessario per porre fine all’emergenza delle «esalazioni di idrocarburi aromatici in atmosfera» e alla contaminazione delle matrici ambientali: l’Arpac sovrintenderà pure a tutte le operazioni propedeutiche alla «messa in sicurezza del sito» con l’avvio del campionamento e dell’intervento successivo di «spegnimento delle fumarole» e ora pure quello di campionamento delle acque. Restano però immutati intanto i divieti e le polemiche: le acque dei pozzi non possono essere utilizzate per uso irriguo. Permane anche l’ordinanza che nega, entro 500 metri dall’invaso, la raccolta, commercializzazione e la coltivazione di prodotti agricoli. Nonostante le contestazioni degli agricoltori, dei titolari delle attività commerciali e dei residenti lungo l’ex statale 265, nessuna deroga alle ordinanze di divieto di utilizzo dei pozzi irrigui e dei campi coltivati. E qui scoppia il solito caso scientifico sui pozzi irrigui: a Caivano, la presenza e alta concentrazione di fluoruri, manganese, arsenico, ferro e solfati è stata ricondotta all’effetto di concentrazioni di origine naturale tipiche di suoli di origine vulcanica». Con le medesime argomentazioni infatti in altre aree della pianura Campania, già si è proceduto al dissequestro. Ma mancano le ulteriori analisi aggiuntive che dimostrino l’assenza di concentrazioni di inquinanti incriminati rispetto a quelle dei valori di fondo naturale.

Redazione