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MADDALONI- E’ corretto parlare di sentenza storica. Per il semplice fatto che si è chiusa la querelle, un pò forzata e certamente imbarazzante, sul crollo della casa comunale. Il Tribunale di S.Maria C.V. ha attribuito alla direzione dei lavori e all’impresa esecutrice la corresponsabilità dello schianto del palazzo di città storico avvenuto nel dicembre 2012 contabilizzando in circa 130 mila i danni causati. Adesso, c’è un prima e un dopo. Archiviata la stagione delle carte bollate, che sollevava dal compito di dover operare delle scelte e trovare delle soluzioni, ora non si può non passare all’azione. Sulle conseguenze abbiamo scambiato una fugace scambio di vedute con il sindaco Andrea De Filippo.

E’ arrivato il momento delle scelte. Che fare del cantiere abbandonato del palazzo di città crollato, simbolo imbarazzante di inerzia amministrativa?

La stagione dei contenziosi, voltata una pagina, non è ancora chiusa. C’è da scrivere il capitolo della stima dei danni. Ricordo che secondo alcuni tecnici e il commercianti del Centro Storico si parlava anche di 600 mila per i costi dalla rimozione dei detriti, dalla messa in sicurezza delle parti pericolanti e dalle  necessarie opere di consolidamento. Ma non è il caso di parlare di contenziosi.

Di contenzioso in contenzioso, la centralissima piazza Matteotti e via Capillo sono diventati luoghi spettrali?

Appunto. Nel concreto, esistono diverse proposte. Personalmente ho sempre pensato di fondere piazza Matteotti con piazza Vittoria in un unico spazio urbano. Ma ci sono anche altre proposte che contemplano il completamento della struttura oppure anche un suo cambio di destinazione d’uso. Adesso, con estrema praticità, tutte le ipotesi progettuali a partire dalla mia saranno sottoposte ad uno studio costi-benefici. Se sono fattibili, ma sul serio e senza perdere ulteriore tempo, cioè se superano l’esame della fattibilità finanziarie e tecnica si passa alla fase di attuazione.

In caso di abbattimento dell’esistente bisognerebbe restituire i soldi spesi. Ha senso?

Per questo và ponderato il costo delle scelte con la logica dei numeri e non quella dei desiderata personali che restano legittimi. Adesso, si passa dalla legittimità alla fattibilità.

Oltre alla grande piazza, quale sarebbe l’altro progetto in campo?

L’alternativa è il completamento con cambio di destinazione: costruire gli spazi di cui abbiamo veramente bisogno. La proposta è quella di una nuova aula consiliare, del gabinetto del sindaco e degli uffici amministrativi chiusi al pubblico. Il piano terra accoglierebbe il Comando di Polizia Municipale.

E per la parte vincola del sedile dell’Università XVII secolo che fare?

Qui, non c’è scelta: va recuperato e tutelato secondo i dettami della Sovrintendenza. Ma sulla sua funzione ci sono diverso orientamenti. Sui quali oggi valgono solo i principi della fattibilità.

Redazione