00 4 min 5 anni

Tutti ne parlano (sempre e solo nelle segrete stanze) e nessuno ne vuole discutere. Ci confrontiamo con l’arch. Marco Lombardi sulle potenzialità degli interventi in fase di elaborazione.

Li ha visionati più volte nell’Ufficio di Piano, quale valutazione tecnica dà dei progetti di viabilità alternativa e di soppressione dei passaggi a livello?

Avendo fatto parte anche nella precedente consiliatura dell’ufficio di piano debbo affermare che molte indicazioni, da noi fornite a Rfi, sono state tenute in debita considerazione e inserite tra le proposte presentate durante l’ultima seduta del Udp. La mia valutazione tecnica il linea generale é positiva.

Ad di là delle singole soluzioni, crede che la realizzazione delle opere porti vantaggio alla città? E se si, quali?

Porta vantaggi oggettivi senza ombra di dubbio. E mi spiego: non si tratta infatti di una semplice eliminazione delle barriere collegate dalla presenza dei passaggi a livello. Ma in alcuni casi viene tessuto un reticolo di strade che riammaglia le due parti del nucleo urbano.

Con spirito pratico, non crede che certe resistenze e/o avversioni agli interventi di soppressione siano ispirate non da valutazioni di merito ma da logiche di altra natura?

Con estrema franchezza e spirito altrettanto pratico, penso semplicemente che spesso si cada in contraddizione. La situazione è francamente surreale: si cercano, si prospettano e si auspicano cambiamenti. Ma quando questi vengono proposti (mi riferisco a soluzioni progettuali di oggettivo buon senso) allora si rilevano solo i disagi, anche se transitori, che i progetti portano.

I giudici (Tribunale di Roma e poi Consiglio di Stato), condannando il Comune, hanno sempre contestato la “male fede” e la condotta ostruzionistica dell’ente locale. Non crede che pure i professionisti, quelli da sempre vicini alla politica, abbia collezionato una magra figura?

L’atteggiamento ostativo, che tutte le amministrazioni comunali hanno posto in essere negli anni precedenti, a mio avviso è motivato dalla volontà di non inimicarsi l’elettorato. Purtroppo, dire agli elettori che nel tavolo di confronto sono stati battuti i pugni sul tavolo, e si è detto “no!”, fa sempre il suo effetto.Tutto questo però a portato solo alla conservazione dei passaggi a livello. Fatta eccezione, della struttura del cavalcaferrovia tra via Libertà e via Serao: quello costruito come come se fosse un pezzo di autostrada nel cuore nel nucleo urbano che i maddalonesi conoscono con il nome di “ponte di via Napoli”.
Per quanto riguarda i professionisti che in passato hanno condiviso scelte non felici della politica rispondo che non sono preparato sull’argomento. Tutti dichiarano di essere segnati dalla “vocazione civile” e di aver sempre speso le proprie energie mentali per il miglioramento della Città. Non avendo prova del contrario sono costretto a credergli.

Da tecnico come valuta questa volontà di sottrarsi ad qualsiasi forma di confronto per approdare a soluzioni risolutive e condivise?

Premesso che non amo polemizzare, ma con onestà devo dire che migliore pratica sarebbe stata accettare il contradditorio per cercare soluzioni condivise. Blindarsi non è produttivo

Redazione