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MADDALONI- Il ciclismo è un’emozione. Una festa di popolo. Insomma, un evento che coinvolge il territorio. A Maddaloni, lo è ancora di più: non solo per i trascorsi notevoli con il Giro d’Italia, ma anche perchè accadono cose stupefacenti. Non possiamo non riportare e raccogliere lo stupore, misto ad ammirazione e rabbia, di passanti e residenti. Così, dopo la rimozione della savana lungo la statale 265 fino ai Giardinetti, adesso un brivido lungo la schiena sta emozionando i residenti e i tantissimi passanti lungo la trafficatissima via Caudina. Ebbene si: le erbacce rampicanti lungo le mura di sostegno degli alloggi di via Giordano Bruno sono state rimosse. Si avete letto bene: i vegetali fossili, presenti sul tufo da generazioni, sono stati eradicati. Oltre ai senso di gratitudine, di stupore che solo gli eventi giubilari epocali possono innescare, si sta diffondendo una malcelata ansia. Molti temono che le radici, presenti dal tempo dei nonni dei nostro nonni, siano ormai parte integrante della struttura portante. Temono insomma che lo sdradicamento possa innescare un crollo della struttura in tufo. Timore subito apparso infondato. Gli operatori hanno rassicurato: le radici non raggiungo le fondamenta dei palazzi. Sopravvivono solo grazie alla proverbiale non curanza e al degrado tutto maddalonese. Tra così tante emozioni non possiamo non ringraziare chi ha avuto la caparbietà, e soprattutto il coraggio, di credere che a Maddaloni l’ordinaria gestione è possibile. Adesso, c’è la prova scientifica: la normalità non solo è socialmente sostenibile, tecnicamente possibile e finanziariamente sopportabile ma soprattutto non nuoce alla salute e non è un pericolo per le cose. Viva il ciclismo,. Viva gli organizzatori e via le donne cicliste.

Redazione