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NAPOLI- (di Elio Bove) Il tema principale dell’apertura di nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti è capire per quali motivi si genera un black out tra i proclami di realizzazione e il Piano rifiuti. Eppure il 2019 doveva essere l’anno della svolta. Era stato promesso la nascita di diversi impianti di compostaggio: sei o sette impianti dei 15 previsti. Addirittura era stata dichiarata una battaglia a viso aperto contro le imbecillità della demagogia, perchè non era più possibile tollerare comitati, sottocomitati e controcomitati privi di qualunque ragione. La decisione è stata presa da tempo: niente termovalorizzatori e solo impianti di compostaggio, con la garanzia del trattamento a freddo, il sistema più ecologico che ci sia. Perché allora non si realizzano e perchè gli enti d’ambito sono fermi e non programmano dove si devono fare? Tuttavia il consenso della pubblica opinione per il compostaggio è più alto rispetto a quello per gli inceneritori o le discariche.I sistemi di compostaggio tendono ad essere apprezzati dalla popolazione locale, perché creano opportunità di lavoro e sono percepiti come un fattore positivo di sviluppo. Basta dare uno sguardo al manuale sul compostaggio della Commissione europea, per rendersi conto perchè gli enti locali hanno il compito di organizzare un sistema di raccolta efficiente in modo da minimizzare i costi, allontanandosi dalla situazione attuale in cui una proporzione preponderante dei rifiuti in alcuni paesi europei viene ancora messa in discarica. Fatto sta che la Regione continua a pagare 122 mila euro al giorno di multa e manda 500 mila tonnellate di rifiuti di umido fuori Regione, pagando 190 euro a tonnellata, un costo che si scarica sulle bollette delle famiglie. La Regione, però, non può decidere dove si devono fare gli impianti. Non rientra nei suoi compiti. L’indirizzo politico della Giunta regionale è quello di favorire, nel rispetto di quelli che sono i provvedimenti legislativi in vigore, un’infrastrutturazione industriale importante che possa permettere di uscire da questa situazione: 500 mila tonnellate soltanto di umido che va fuori ogni anno è un numero impressionante.

Redazione