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MADDALONI- Appuntamento al 2020 per la fase dibattimentale. Sono stati necessari tre anni per arrivare al rinvio a giudizio di tutti i 25 dipendenti del distretto sanitario 13 dell’Asl Caserta arrestati il 15 giugno 2016 per «false attestazioni di servizio e orari di lavoro», alla luce del  decreto Brunetta e della successiva legge Madia. Nel frattempo, ci sono stati ben quattro rinvii di udienze preliminari (per difetto di notifica) ma la situazione di quanti sono stati ribattezzati “furbetti del cartellino”, nel frattempo, è notevolmente cambiata. Se non è arrivata la piena riabilitazione professionale, sono arrivati chiari pronunciamenti del Giudice del Lavoro che ha già da tempo dispoto il reintegro. Mentre per l’Asl si sono materializzati provvedimenti di risarcimento per i dipendenti «illegittimamente sospesi» per ulteriori sette mesi aggiuntivi (ben oltre la fase della restrizione delle libertà personali e cautelare). Il Giudice del Lavoro, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha totalmente demolito, considerandolo illegittimo, il provvedimento di sospensione facoltativa deciso dall’Asl a carico dei 25 dipendenti. Prima ha intimato il ritorno al lavoro, poi la sospensione della illegittima riduzione salariale (attestata al 50 per cento). E ora, l’azienda dovrà indennizzare il personale perché ha loro imposto una «sospensione forzata e infondata dal lavoro». In concerto, indennizzi contabilizzati nel versamento dell’altra metà dello stipendio indebitamente trattenuto, più oneri accessori e spese legali. La giustizia amministrativa è arrivata molto prima di quella penale.

Redazione