MADDALONI- Archeologia degli atti amministrativi mancati, dimenticati o lasciati incompiuti. Per anni, il Comune di Maddaloni ha funzionato da bancomat per la riscossione implacabile dei creditori e terra di bengodi per debitori ricalcitranti. Il caso degli oneri concessori per la rete del gas è uno dei tanti dimenticati. Ne parliamo con il vicesindaco Gigi Bove.

Che sta succedendo su questo fronte?

E’ l’ennesimo caso di atto amministrativo incompiuti e di oneri non riscossi sebbene si presenta come argomento molto tecnico in sostanza si tratta di altri soldi che questo comune, per anni, non ha incamerato.

Può essere più preciso?

In buona sostanza, si tratta di un atto duplice. La riscossione di arretrati e l’adeguamento dei canoni dovuti. Premesso che il servizio di distribuzione del gas avviene per ambiti territoriali minimi (Atem), per i quali vengono espletate gare di affidamento, sul nostro territorio questo servizio è attualmente affidato a Italgas Reti spa che ha incorporato anche la Napoletanagas. Per farla breve, la legge concede ai comuni dei ricavi dalla distruzione, e non ultima, la possibilità di adeguare i ricavi del 10 per cento.

Fin qui la situazione normativa. In concreto?

In concreto, abbiamo fatto due cose. Primo avviare gli atti per interrompere la prescrizione per i canoni delle annualità pregresse non incassate. E sto parlando dal 2010 al 2012. Poi ci siamo riservati, qualora ne ricorressero le condizioni, di applicare l’adeguamento retroattivo del 10 per cento.

Insomma, il comune non ha incassato il dovuto?

Purtroppo si. Poi, per le annualità successive (dal 2013 al 2019 fino al rinnovo della gara) ci siamo concentrato anche sull’adeguamento del canone del 10 per cento che non è una misura facoltativa ma per messa per legge.

Usciamo dal tecnicismo. E’ questo un altro caso di proventi non riscossi?

Lo è. Possiamo dire, senza tema di essere smentiti, che continua l’opera di recupero di crediti e di risanamento amministrativo-finanziario.