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MADDALONI- La lotta si fa dura. Gli edili dell’Interporto non mollano. Non ci stanno ad aspettare inermi che la situazione finanziaria dell’Interporto Sud Europa, e quindi delle aziende affidatarie dei lavori edili, si rassereni. Aspettare che, entro e non oltre luglio, si sblocchi la condizione finanziaria dell’Ise e quindi le azienda programmino il riavvio dei cantieri. Non si vive di aria. E non si sopravvive soltanto con la speranza. Quindi aprono un nuovo fronte. Forse il più caldo di tutti. Come appena si è diffusa la notizia dell’ “incontro tra le aziende che operano nella piattaforma logistica intermodale e Confindustria Caserta”, fissato per domani, si è innescata la reazione. Per la prima volta vanno oltre gli striscioni e gli slogan di protesta. Non ci mettono il nome e cognome e ma la faccia. Le stesse che sono state ampiamente identificate dalla Digos ma hanno posato in mille selfies di protesta. “E’ assurdo -dicono- che si annuncino convegni per la crescita delle imprese, addirittura una community interportuale, quando l’Interporto non solo non è completato. Ma la cosa più incredibile è che si ragiona di sviluppo, cioè della creazione dei posti di lavorio futuri, mentre non si riesce a sbloccare la situazione occupazionale per appena 30 edili. Tantissima teoria. Ma la pratica è un’altra cosa”. Il riferimento è all’incontro con la Confidustria sulle Zone Zes. La mobilitazione ad oltranza non si ferma e travolge tutto e tutti. In attesa dell’annunciata “svolta di luglio”, sarà un giungo molto caldo dal punto di vista occupazionale. Si aspettano novità dal prossimo vertice con l’Ise.


Redazione