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MADDALONI- Avevamo coniato un nuovo slogan: “Quanto è bello, quanto è bello vivere in via Cancello“. Un modo semiserio per esorcizzare i disagi, fissi e ricorrenti. Invece, non serve: fatta la denuncia, smaltita la rabbia, il rischio è si sia condannati a rivivere all’infinito sempre lo stesso dramma. Un “eterno ritorno dell’uguale”, come direbbe il filosofo, che sta instillando uno stato di rassegnazione, ma pure una rabbiosa e sterile protesta, indirizzata indistintamente contro tutto e tutti, e pure un senso di minorità civica che ha superato la soglia di guardia. Ma dove eravamo rimasti? Ai 50 milioni di euro garantiti per il territorio dal governatore De Luca. E ancora prima alle conferenze di servizio presso le commissioni regionali. E ancora prima ai sopralluoghi dei tecnici regionali. E prima ancora alle interrogazioni dei consiglieri regionali e alle comparsate dei sindaci dei comuni limitrofi. E risalendo indietro nel tempo alle interrogazioni parlamentari e quelle in consiglio regionale. Tutto inutile.

Dell’ “eterno ritorno degli eterni disagi” ne parliamo con il sindaco Andrea De Filippo.

Sindaco, la rabbia e il senso di frustrazione di chi vive in una fogna e convive con le esondazioni fognarie è grande…

Dico subito una cosa: si faccia subito, a tutti i livelli, immediata chiarezza. Potrei aggiungere la mia personale indignazione (che è tanta) a quella di chi vive i disagi. Ma ho deciso di seguire una logica ferrea, lineare di analisi vera del fenomeno. Mi limito solo a dire due cose: primo, da sindaco di Maddaloni, trovo vergognoso il vuoto di risposte concrete della Regione Campania relativamente alle sue responsabilità e competenze.

E la seconda?

Non intendo partecipare allo sport più praticato nella amministrazione della cosa pubblica: la fuga dalle responsabilità.

Andiamo al dunque, parliamo proprio di responsabilità…

Certamente. facciamo chiarezza: si sappia a che la gestione del collettore ex Casmez è totalmente della Regione Campania. Si sappia pure che stiamo parlando di un impianto sovracomunale che serve tre province (Benevento, Caserta e l’Area Metropolitana di Napoli); si aggiunga che l’infrastruttura coinvolge un numero significativo di comuni e che insiste, creando danni, soprattutto nel territorio di Maddaloni, Acerra e San Felice a Cancello. Tanto premesso, dico, senza tema di poter essere smentito, che il comune di Maddaloni era, è e resta parte lesa. E in quanto parte lesa chiede, anzi pretende, risposte.

Essendo l’ente territoriale è anche quello più bersagliato dai disagi e dalle critiche. O no?

Accade anche questo. Comprendo lo stato d’animo. Ma, da sindaco, non posso tradurre la rabbia in atti istituzionali: c’è qualcuno, e intendo dire la Regione che deve dare risposte ma che si ostina a non fornirle. Tanto è vero che molti cittadini hanno intento cause per danni. E ovviamente non hanno citato l’ente locale ma appunto la Regione inadempiente.

E come si esce da questo labirinto?

Primo, non calvalcando strumentalmente i disagi ma indirizzando gli sforzi verso chi svolge davvero un ruolo chiave in questa vicenda vergognosa. Quando piove parlare genericamente di vergogna o attaccare gli enti locali è facile; è comprensibile ma è improduttivo e giuridicamente sbagliato. Si faccia oggetto della propria indignazione o azione di protesta documentata chi è davvero omissivo. Se paradossalmente, questo comune avesse i soldi (che non ha) per ampliare tutto il collettore fognario per risolvere tutti i disagi, non potrebbe farlo.

E perchè?

Perchè l’ex Casmez insiste su due territori, a cavallo di tre province e coinvolge un ente superiore come la Regione. Con i soldi alla mano, paradossalmente, non potremmo intervenire su opere e territori altrui. Quindi chi ci accusa o non sa le cose o non è intellettualmente onesto o fa strumentalizzazione.

La mettiamo in politica?

Macchè, mi piacerebbe che la si mettesse, questa vicenda scabrosa, sul giusto binario istituzionale e delle competenze. Noi continueremo a sollecitare la regione che non risponde. Lo abbiamo fatto. Lo stiamo facendo e lo faremo ancora. con molesta insistenza. In virtù di un senso di bene comune sarebbe opportuno che altri, afferenti a ben altre forze politiche (che tra l’altro reggono anche la Regione) esercitassero il medesimo pressing. Siamo onesti fino in fondo: accusare un amministratore locale di un problema di protezione civile, causato da misfatti ultraventennali che travolgono le sue competenze, è facilissimo. Ma schierarsi e lottare contro un Governatore o il Consiglio regionale è molto più difficile. Ci vuole coraggio e passione civica. Posso aggiungere una postilla?

Postilla?

Si una postilla stiamo valutando e progettando, insieme alla ricostruzione del “Ponte Vapore”, la possibilità di convogliare la acque reflue verso via Forche Caudine. Così con le opere da realizzare in via Cancello forse risolviamo il problema degli allagamenti senza spettare che la Regione si accorga del disastro ambientale e ben prima che possa accedere l’irreparabile che metteremo in conto a chi oggi non risponde o è assente. Gli assenti hanno sempre torto.

Redazione