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In via Feudo, toponimo triste diventato simbolo di tanti fatti di cronaca nera impastati di sangue e spaccio di stupefacenti, era cresciuto un altro fiore sull’asfalto dell’indifferenza. E invece, grazie alla burocrazia imprevidente, chiude l’«asilo integrativo comunale». Non è un asilo nomale. E’ molto di più: un servizio innovativo, al momento dedicato a 16 bambini (dai 12 ai 36 mesi di età anni) che sperimentano l’integrazione progressiva nella materna già esistente dell’elementare Brancaccio. Le note lite e finiscono qui. Da lunedì, non torneranno in classe con buona pace per il servizio innovativo. Tutta colpa dell’ “Ambito sociale C2”: tutti i contratti, in scadenza il 31 dicembre scorso anche quelli relativi a servizi socialmente sensibili, non saranno rinnovati e nemmeno prorogati. E infatti, le mamme di via Feudo avevano chiesto una proroga. «Invece –ci hanno scritto sulla nostra pagina facebook- abbiamo saputo che si chiude e basta. Non ci hanno detto che ci sarà una proroga. Ci hanno detto invece che bisogna aspettare il nuovo contratto che sostituirà quello in scadenza della cooperativa Eva. Significa che dobbiamo aspettare 5-6 mesi. E’ uno schifo”. Resteranno a casa i pargoletti delle famiglie meno abbienti. Pagano i più deboli e le famiglie meno protette. E adesso, i servizi sociali sono mobilitati. Il problema non è maddalonese ma di tutto l’ambito. Si aspetta il rinnovo dei contratti per riaprire i battenti. Intanto, i piccoli in erba che hanno imparato a socializzare e a stare a scuola, pagano il costo delle burocrazia ottusa. Si aspetta che anche ai bambini di via Feudo vengano garantite le pari opportunità dei coetanei che vivono in altri quartieri o in condizione economiche meno svantaggiate.

bocchetti