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NAPOLI- Incendio nella commissione “Terra dei Fuochi”. “A la guerre comme a la guerre“: come appena i portatori di disagi, quelli documentanti e certificati anche presso la Procura della Repubblica, partecipano ai tavoli istituzionali, i tavoli istituzionali traballano. Messa a dura prova la burocrazia compunta e senza memoria della Regione Campania. Come appena i funzionari regionali hanno avanzato l’ipotesi che forse la Regione potrebbe non avere la titolarità giuridica sull’acquedotto ex Casmez e che la situazione andava comunque monitorata (frasi all’interno di un approccio analitico all’eterno problema delle esondazioni), i toni cortesi hanno subito lasciato il posto a dure esternazioni. Insomma, l’esasperazione, la convivenza con i miasmi e le esondazioni fognarie, l’attesa ventennale di una soluzione che non arriva mal si conciliano con i tempi dettati dalle procedure e la lentezza della burocrazia. Chi per giorni ha sentito gli odorini del post alluvione non vuole sentire ragionamenti ipotetici ma risposte risolutive. Strano ma vero, dopo interrogazioni parlamentari, interrogazioni in Consiglio Regionale, passerelle di consiglieri regionali, esternazioni di sindaci di Maddaloni e dei comuni vicinori, un numero imprecisato di tavoli in Regione (con sindaci e senza sindaci, con tecnici e senza tecnici, con comitati e senza comitati) si ricomincia daccapo. Incredibile, ma vero. Così, Fabrizio Crisci (presidente del Comitato Abc) ha incendiato l’audizione presso la Terza commissione “Terra dei Fuochi”. Fuochi non fuochi la temperatura è stata altissima. E che succede? da domani, i tecnici del comune (insieme a quelli della Regione) cominceranno a confrontarsi e si metteranno al lavoro. Faranno una ricognizione sui luoghi, di tutti i progetti abbozzati o ipotizzati fino ad oggi. Ed entro una settimana si approderà ad una risposta. Poichè di commissioni e di concertazioni tecniche ne abbiamo vista tanto, nutriamo seri dubbi. Omettiamo il lungo elenco per ragioni di spazio. Ma abbiamo un solo obiettivo: vuoi vedere che finalmente saremo smentiti dai fatti. E di questo preghiamo il buon Dio. Ma ci resta un interrogativo: ma se basta una settimana per addivenire ad una soluzione perchè bisognava aspettare tutti questi anni, questi mesi e persino l’ennesima alluvione per intervenire? A la guerre comme a la guerre

Fabrizio Crisci, presidente Comitato Abc
Redazione