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MADDALONI- Le voci di dentro. Le ansie, le delusioni e le perplessità: l’aurea magica della “Notte prima degli esami” si scioglie al sole del “Giorno dopo l’esito finale”. E arriva l’arduo, vero e unico esame (quello permanente nell’esistenza umana) che fa i conti con l’eterno e freudiano “principio di realtà”. Pubblichiamo integralmente un commento, che è anche un bilancio, inviatoci da un/una maturando/a di un liceo maddalonese. A costui/costei diamo il nome di fantasia di Edipo. Il riferimento al tragico protagonista del mito greco è puramente volontario.

Siamo a Maddaloni in un liceo della città. E’ il 28 luglio ed iniziano gli esami orali e gli scritti già sono andati una settimana prima. Ma già con le prime valutazioni emergono le prime stranezze. Dettagli che non destano la nostra attenzione. Il 28 partono gli orali: la prima del turno è alle prese con il colloquio alle 9:10 e poco meno delle 10 già ha terminato. Nell’immediato, l’andamento del primo colloquio sembra essere stato abbastanza tranquillo, pacifico. Sembra che i prof esterni vadano d’accordo con quelli interni. Una realtà che muta già alla fine del secondo colloquio: l’aria si comincia a far pesante, le prime ostilità tra i membri esterni e i membri interni si iniziano a far sentire palesandosi anche con lievi scontri verbali davanti agli alunni. Insomma, i nostri professori in qualche modo ci difono ma senza alcun risultato. Mentre nelle altre scuole i membri interni hanno in un certo senso mantenuto più potere, nella nostra classe è successo l’opposto. I professori interni sembravano i burattini dei professori esterni che ci riempivano di domande sempre più approfondite come se fossimo ad un interrogazione normale, personale e non già ad un colloquio di maturità. I nostri professori iniziano ad agitarsi sempre di più e tale stato di agitazione è rimasto alto fino alla fine dei colloqui della nostra classe.  Ma il momento forte è arrivato con la pubblicazione degli esiti finali che sono stati molto deludenti per molti di noi. Persone che, durante i 5 anni scolastici non avevano mai studiato, saltando compiti ed interrogazioni e copiando, agli esami ha preso valutazione molto più alte di chi ha sempre studiato e sempre ottenuti voti abbastanza alti. Il motivo di tutto ciò? Non si sa. Non si sa se in realtà abbiamo dato più peso ad un esame o altro. Ma non è giusto perché se una persona ha sempre studiato può capitare che durante l’esame abbia una défaillance o abbai un po’ d’ansia. E allora mi chiedo: perché dover buttare 5 anni di lavoro per un esame? Per poi non parlare di gente che si è fatta raccomandare…  Molti si interrogano sul perché in Italia ci siano così tante persone inette. Ma per capire ciò bisogna iniziare ad interrogarsi sul sistema scolastico italiano arretrato di 50 anni e circa la metodologia sull’assegnazione degli esiti finali. Ciò che posso dire sulla mia Maturitá? Posso solo affermare che è stata un orrore, un incubo da dimenticare e non un ricordo bello fa preservare e conservare”. 

Redazione