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MADDALONI- C’è l’emergenza rifiuti. E c’è l’emergenza nell’emergenza rifiuti. Il riferimento è al blocco del termovalorizzatore di Acerra. Le preoccupazioni di Getana Crisci, consigliere comunale del Gruppo Misto.

Gaetana Crisci

Vuole unirsi al coro delle lamentazioni in merito al blocco del conferimento dell’umido?

Solo una battuta in merito all’emergenza rifiuti che ci sta toccando da vicino da due settimane. Personalmente discuto da nove mesi l’azione politico–amministrativa della compagine di maggioranza rispetto alle priorità che imperversano sul nostro territorio. Ripeto, discuto l’inconcludenza politica e amministrativa non le persone che sono certamente tutti validi professionisti, ma gestire una città come Maddaloni impone responsabilità, coraggio e soprattutto la diligenza del buon padre di famiglia.

Sta dicendo che ci sono state delle lacune gestionali?

Chi, per professione, quotidianamente erge la diligenza del buon padre di famiglia a principio costante del suo agire sa di cosa parlo. Lo stesso incontro con il prefetto e la conseguente white list ricevuta che non ha prodotto alcun risultato, richiesti per altro ad emergenza già in corso è un chiaro segno di come questa compagine politica abbia gestito male l’intera problematica. Ma ciò che più mi preoccupa è l’emergenza nella emergenza. A settembre il Termovalorizzatore di Acerra chiuderà i battenti e il Governatore De Luca in più occasioni ha ribadito la necessità che i Comuni si dotino di un sito di trasferenza per fronteggiare le difficoltà che si paleseranno. Siamo in ritardo, settembre è praticamente alle porte.

Una situazione di difficile gestione per tutti i sindaci…

Un Sindaco, che è capo dell’amministrazione ha il dovere giuridico di garantire i servizi minimi, indispensabili ai cittadini. Ma mi guardo intorno e mi rendo conto che le priorità a Maddaloni sono altre. Posso certo non condividere il modus operandi ma dobbiamo accettarlo e attendere l’evoluzione dei fatti. Io continuo la mia opera propositiva nella speranza che se dovesse essere condivisa possa contribuire anche se in minima parte a recuperare un senso civico nelle coscienze di tutti noi.

A proposito di comunità, ha presentato anche una mozione?

Ho presentato una mozione per la reintroduzione delle “case dell’Acqua”, avevamo già aderito al progetto nelle passate amministrazioni ma poi tutto si è arenato. Ho chiesto la valutazione di fattibilità per introdurre un distributore anche in periferia proprio per creare un senso di continuità con i servizi offerti nel centro urbano e iniziare ad eliminare qualsiasi elemento di discrimine tra centro e periferie. Una casa dell’acqua, oltre a garantire un servizio ai cittadini, restituisce anche molte informazioni, sui consumi e le attitudini grazie a meccanismi di telerilevamento utili a monitorare i consumi. C’è sicuramente un uso più responsabile di un bene comune e primario .

Solo una questione di servizi?

C’è  poi il fattore culturale: le case nascono infatti per “dimostrare che l’acqua della rete, dell’acquedotto è buona, sicura e controllata, oggi si fa fatica a far passare questo messaggio. I costi di gestione poi sono limitati e possono essere recuperati dal prezzo calmierato dell’acqua frizzante pagato dall’utenza rispetto ad un litro di acqua frizzante acquistato al supermercato.

Strizza l’occhio agli ambientalisti?

Infatti, il dato più rassicurante è l’abbattimento dell’uso delle bottiglie di plastica e la netta riduzione dei rifiuti. Dobbiamo insistere con le buone pratiche, dobbiamo sensibilizzare i cittadini e soprattutto coinvolgerli nella res pubblica.

Redazione