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Partecipa anche «Alleanza popolare per Maddaloni» al festival degli annunci dei candidati lanciati alla elezioni di primavera. Arriva il simbolo: una scopa inserita in un cerchio con scritta tricolore della lista. «Noi non siamo come gli altri –spiega Peppe Vigliotta, ispiratore di Alleanza Popolare per Maddaloni- e soprattutto non siamo gli altri: ci confrontiamo sui problemi della città senza tabù; ci presentiamo ai maddalonesi senza essere scortati o blindati dal codazzo di padrini politici ovvero onorevoli e consiglieri regionali che danno scarsissima prova di se nei posti dove sono stati chiamati, alcuni dagli elettori e altri peggio ancora  nominati dalle nomenclature partitocratiche». Si capisce bene che la scopa «è un invito ai maddalonesi, gabbati da una classe politica impresentabile, colpevole e smemorata, a fare pulizia». Usare la scopa per rimuovere i detriti e gli scarti della politica locale. «Bisogna fare pulizia –insiste Vigliotta- visto che quello che resta dei partiti impresentabili e di amministratori, tremendamente compromessi con un passato indecoroso, continua a riproporsi alla città con una faccia tosta come se nulla fosse accaduto. Secondo queste facce di bronzo, le macerie amministrative, finanziarie e morali di questa collettività sembrano essere il prodotto di una disgrazia soprannaturale». Da qui la scopa, che ricorda alla larga l’iniziativa legista avviata dopo gli scandali che travolsero Umberto Bossi e la sua famiglia. «La scopa ci vuole –aggiunge Vigliotta- perché gli smemorati (a cui ricorderemo le straordinarie gesta politiche e amministrative di cui sono stati protagonisti) nella quotidiana raffica di sciocchezze programmatiche, sciorinate in questi giorni, evitano con cura i temi più scottanti: il disastro della raccolta rifiuti (crack dell’Unione dei Comuni, arresti e gestioni allegre), la bancarotta organizzativa dell’ente locale, l’indecenza bipartisan di lavori pubblici burla che offendono la dignità della città». Le denunce documentate, per quelli delle  «Tre P: senza padrini, senza padroni e senza partiti» saranno poste all’attenzione di chi «finge di non ricordare». Da qui la scopa per rimuovere i detriti del passato ma anche per scuotere le «memorie pigri». «La scopa è un invito a rimanere a casa –conclude Vigliotta- per chi è stato protagonista di un ventennio disastroso. Gli impresentabili non si ripresentino».
bocchetti