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MADDALONI- (di Elio Bove) L’ultimatum del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha prodotto i suoi effetti: la trattativa tra il M5S e il Pd è partita. Per martedì o ci sarà un nuovo governo o ci sarà il voto. Già dalle prime battute si evince che il negoziato non è facile da portare avanti. E’ sui nomi, che le alzate di scudo creano un muro, mentre l’intesa programmatica dovrebbe decollare. Lo chiediamo all’On. Antonio Del Monaco, componente della Commissione Difesa alla Camera e della Commissione d’inchiesta sulle Ecomafie.

on. Antonio Del Monaco

On. Del Monaco, a che punto siamo. Il primo ostacolo nasce sulla riconferma del Premier Conte. E’ possibile che passi il suo nome?

Conte ha ridato dignità al Paese ed è giusto che sia riconfermato. Non a caso in Europa si sta lavorando per averlo come Commissario alla Concorrenza. Il suo nome è talmente forte, che è di garanzia anche per la Commissione europea. Non è una nomina che nasce da un accordo tra partiti, ma è una esplicita richiesta dei vertici della Commissione. Quindi è giusto che rimanga alla guida di quest’altro governo.

Zingaretti è stato chiaro: discontinuità e cambio della guardia…

Questo che dovrebbe nascere, sarà un governo politico e non istituzionale o tecnico. Siamo il partito di maggioranza e tocca noi esprimere il capo dell’esecutivo. E’ stato Conte a staccare la spina al governo messo in crisi da Salvini, assumendosi le sue responsabilità, dopo che il capo della Lega è scappato. Quindi non è un problema il suo nome, ma la risoluzione di ogni dubbio e resistenza.

Chiarissimo. Pare che i 5Stelle dovrebbero spuntarla anche sul taglio del numero dei parlamentari…

Non possiamo assolutamente rinunciare ad un nostro cavallo di battaglia. Sarà una svolta epocale. La prossima volta che andremo a votare, voteremo per un Parlamento con 345 poltrone in meno. Come giustamente ha detto Di Maio, molti tremano all’idea di non avere più un posto comodo e sicuro, pagato con i soldi dei cittadini. Ci sarà un risparmio di 500 milioni di euro.

Quindi si tornerà alla Camera per l’ultima lettura?

Sì. Se tutto va bene, già è tutto calendarizzato. Aspettiamo che il Pd si pronunci, per una valutazione più approfondita. Il taglio si fa subito e non si rinvia. 

Il Pd sarebbe disposto a ragionare su un progetto di riforma di più ampio respiro, comprensivo di una nuova legge elettorale, accantonando però la riduzione dei parlamentari da 945 a 600

Già il fatto che ci siano delle aperture è importante. Il Pd ha votato sempre contro e ora va nella direzione opposta. Col tempo si capirà che il taglio andrà ad alleggerire le manovre finanziare e le tasche degli italiani. Il taglio dei parlamentari non permetterà più al Salvini di turno di mandare tutto all’aria, governo e conti pubblici.

On. Del Monaco, il governo che dovrebbe nascere, è il risultato di un ribaltone?

E’ quello che si vorrebbe far passare, ma non è così. I ribaltoni nascono quando un voto da destra si sposta a sinistra e viceversa. Quando ci sono i cambi di casacca, che favoriscono una nuova maggioranza. Il nostro sistema impegna, in caso di crisi, a trovare nuove maggioranze. Se proprio non ci si riesce, si va al voto. Siamo in una repubblica parlamentare, per cui le crisi e le nuove maggioranze vanno discusse e ricercate in parlamento. Quando passeremo a quella presidenziale, ragioneremo diversamente.

Redazione