00 2 min 5 anni

MADDALONI/MARCIANISE. Si è aperto un altro fronte caldo nella già rovente vicenda occupazionale dei cantieri di completamento dell’Interporto Sud Europa. Nel giorno in cui si materializzo il fallimento del “cronoprogramma di riassunzione”, quello pianificato all’inizio di settembre per il ritorno a scaglione al lavoro della quasi totalità degli edili esclusi, si materializza pure un altro motivo di scontro: dieci persone, protagoniste dei presidi dei cantieri aperti a Marcianise, sono state denunciate. E stamattina, sono stati raggiunte da altrettanti avvisi di garanzia: a loro carico contestati reati per violenza privata. Avrebbero trasceso il legittimo diritto di sciopero facendo oggetto alcuni colleghi di offese costringendole a non accedere al cantiere in cui operavano. Si è rimesso in moto un fronte caldissimo perchè, oltre alle ordinarie polemiche sulla gestione degli appalti e al blocco del turn over, si apre un contenzioso su quanto sia davvero successo durante la scorsa primavera. C’è mobilitazione perchè gli interessati, già sul piede di guerra, smentiscono ogni addebito e rigettano ogni accusa. All’Interporto dei disagi, dei cantieri a singhiozzo e dei piani di assunzione che non funzionano non ci si fa mancare proprio nulla. Gli avvisi di garanzia sono arrivati proprio nella mattina in cui, una decina di edili disoccupati, sono tornati ad esprimere tutta lo loro delusione per la mancata riassunzione e allargamento della platea degli assunti presso i cantieri operativi a Maddaloni. Gli avvisi di garanzia rimettono in moto il movimento sopito degli edili determinati a coinvolgere, oltre ai legali, i sindacati, i consiglieri comunali e i parlamentari che li hanno affiancati nei giorni di protesta della primavera scorsa.

Redazione