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MADDALONI- E due. Di nuovo fermi i ricoveri; questa volta limitatamente al reparto di ortopedia, all’ospedale di Maddaloni. Lo possiamo chiamare l’ “Ottobre nero della sanità pubblica territoriale”: prima lo stop ai ricoveri (chirurgia, ortopedia, azzeramento dell’attività del pronto soccorso e della chirurgia di elezione) per il blocco delle sale operatorie. Superato l’ostacolo, arriva il il black out della «diagnostica radiologica». E la storia, incredibilmente si ripete: stop ai ricoveri e stop pure agli accessi dei pazienti traumatizzati al Pronto soccorso. E per la seconda volta, in appena 20 giorni, il nosocomio esce parzialmente dalla rete del 118. E’ un film già visto: è andato in tilt la radiologia tradizionale. Manca un apparecchio sostitutivo (in gergo muletto) o un secondo strumento. E allora, tra problema di software e la mancanza della componentistica elettronica, bisognerà aspettare. Con buona pace della mobilitazione dei servizi di ingegneria sanitaria dell’Asl. Le bizze del tavolo radiologico hanno imposto lo stop sia alle attività chirurgiche di routine e sia soprattutto a quelle di emergenza con particolari ricadute per i degenti traumatizzati. I pazienti ritornano a viaggiare. Quelli, attualmente in carico, vengono spediti a bordo dell’ambulanza a Marcianise, per l’assistenza radiologica necessaria. E con l'”Ottobre nero” dei disagi senza fine esplodono le contraddizioni di una gestione della sanità pubblica che scarica sull’utenza i costi e i contraccolpi dell’inefficienza. Grazie al silenzio bipartisan di partiti e sindacati, il volontario e colpevole mutismo del Consiglio Comunale.

Redazione