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MADDALONI-Il degrado in cui versa il territorio indigna. Ma indigna ancora di più il tentativo in atto di ricomporre i rapporti con la Buttol. Ad esprimere il totale, incondizionato e documentato dissenso verso l’azienda e verso la gestione amministrativa della crisi è l’on- Antonio Del Monaco.

Antonio Del Monaco

Come membro della commissione bicamerale antimafie sta osservando da vicino questa strana interruzione del servizio di raccolta. Perchè è critico?

Diciamo subito una cosa. Sia chiaro: non è più tempo di pannicelli caldi, di rimedi, di ricomposizioni bonarie. Siano questa azienda, ma anche i dipendenti, chiamati alle loro oggettive, incontestabili, documentate responsabilità. Le trattative per rimettere insieme i cocci non serve. Servono decisioni definitive.

Forse viene prima l’emergenza, sotto forma di pulizia del territorio?

La pulizia non è una concessione o un atto di magnanimità, da parte di chi è il destinatario del maggiore esborso di questo comune. Non è nemmeno un atto di buona volontà ma un obbligo di legge. Chi si sottrae ne deve rispondere. E questo non è mai accaduto. E’ il momento di andare fino in fondo e accertare, contestare e addebitare le responsabilità. Questa storia di scaricare sul territorio tutti i disagi prodotti da conflitti per interessi di parte deve finire. Basta con le trattative e con le sceneggiate delle rimozione a singhiozzo in un territorio sepolto dai rifiuti dove gira un solo camion, addirittura la spazzatrice tra i sacchetti non rimossi. Un’offesa ai cittadini che pagano che non può più essere tollerata. Così come la sceneggiata delle navette in fila che spettano camion per il trasbordo. Esistono due valutazioni: una di merito e una di metodo. Nel merito: ci dicano quali siano le ragioni vere per cui non è stata raccolta l’immondizia facendo sprofondare il territorio in una emergenza tutta riconducibile all’azienda e alla sua gestione del personale. Nel metodo: come si può trovare una soluzione con chi è la causa del disastro ambientale? Questo significa solo spostare in là i problemi e non risolverli.

In pratica, è contrario alla linea della ricomposizione dei conflitti?

Sono contrario alla gestione fatta da questa amministrazione. Personalmente, mi sono mobilitato per ottenere la massima attenzione del Prefetto. Abbiamo chiesto un intervento dell’Asl che monitorasse oggettivamente i danni ambientali e i rischi per la salute. Ebbene, invece di censire i danni (quelli gravi patiti dai cittadini) si opta per una soluzione bonaria. Non ci sto: basta con questa gestione amministrativa morbida e basta con questa azienda.

La Buttol è responsabile?

Quello che è accaduto ma anche quello che non è accaduto, in questi due anni e mezzo di servizio di igiene urbana, è sotto gli occhi di tutti. Qualcuno illustri (dati alla mano non a chiacchiere) quali parti del capitolato di appalto sono state onorate e quali servizi sono stati garantiti per davvero. Basterebbe solo questo per mettere sul banco degli imputati il gestore e i controllori del comune. Ma dico di più: questa azienda è stata al centro di disagi gravi in altri comuni . Alla luce si queste esperienze dico: buttiamo la Buttol. Basta pannicelli caldi.

Tradotto in pratica significa rescissione del contratto?

In pratica significa due cose: primo se l’azienda ottempera l’ordinanza del sindaco, a pulizia avvenuta, vanno fatte tutte le contestazioni, fatti i controlli e una minuziosa indagine sui risultati ottenuti, i servizi resi, il personale in campo, i mezzi messi a disposizione, i servizi realmente resi al territorio, percentuale e qualità di raccolta differenziata e molto altro ancora. Il principale servizio, che è anche il principale esborso del comune, deve essere passato al microscopio. L’esatto opposto di quello che non si è fatto, e ora dico non si è voluto fare, fino ad oggi.

Insomma, commissariare la gestione amministrativa dei rifiuti?

Ripeto fare quello che non si è fatto fino ad oggi: controllare i servizi e controllare i controllori. Non è possibile che da un ventennio il servizio di raccolta dei rifiuti sia, per usare un eufemismo, la vergogna del comune. E’ arrivato il momento di andare fino in fondo.

Redazione