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di Luigi Ottobre

Due giorni dopo i fatti di NapoliAtalanta le scorie di quanto accaduto al San Paolo sono ancora lontane dall’essere eliminate, soprattutto quando chi ha sbagliato è convinto di essere nel giusto. Come volevasi dimostrare né Nicchi Rizzoli hanno proferito parola: non solo sono rimasti silenti – e su questo non v’era dubbio alcuno – ma da quanto si apprende dai maggiori quotidiani nazionali ritengono che Giacomelli e il VAR non abbiano commesso nessun errore. Anzi, a commettere fallo sarebbe stato Llorente su Kjear e non viceversa. Dunque, tutto apposto: la categoria arbitrale si mostra compatta nel difendersi e nel proteggersi, ma questo lo aveva anticipato già Carlo Ancelotti: “Tanto diranno che non c’è rigore”. Ipse dixit.

Quello che sfugge, se errore non c’è stato, è perché il signor Piero Giacomelli non arbitrerà nessuna gara in questo week end che comincerà domani alle 15 con RomaNapoli. Una scelta, qualunque sia il motivo, che lascia ampi spazi di immaginazione e che spinge a pensare che forse una piccola punizione interna l’arbitro di Trieste l’abbia ricevuta. Viceversa sarebbe una decisione contraddittoria.

Sempre dai quotidiani nazionali – Tuttosport – si apprende di un Pjanic professore che spiega come comportarsi dinanzi ad errori arbitrali: “Quando esci dopo aver perso sei arrabbiato e puoi dire di tutto, ma quella di incolpare qualcuno è la strada più facile. Poi capita che gli arbitri sbaglino, come sbagliamo noi. Alla fine le squadre forti vincono senza cercare alibi“. Bene, bravo, bis. Tutto giusto: è facile incolpare qualcuno, così come è facile parlare quando non si è i diretti interessati di scelte errate. E allora scavando nella memoria torna in mente quel Real MadridJuventus dell’11 aprile 2018, quando in pieno recupero fu fischiato un rigore (che c’era) contro i bianconeri. Il penalty fu trasformato da Cristiano Ronaldo, allora ancora giocatore blancos. Risultato: 1-3, Real ai quarti di Champions (all’andata 0-3 per i madrileni allo Stadium) e Juventus eliminata dopo una rimonta pazzesca ma vanificata nei minuti di recupero.

Forse Pjanic, allora in campo, non ricorda le proteste furiose del suo capitano Gigi Buffon che attaccò duramente l’arbitro – “al posto del cuore ha un bidone della spazzatura” – affermando che non avrebbe dovuto fischiare un rigore (che c’era) per non interrompere un sogno. Proprio così, al diavolo il regolamento se ci sono in mezzo i sogni. Forse Pjanic non ricorda gli attacchi del suo presidente Andrea Agnelli a Pierluigi Collina, allora presidente della Commissione Arbitrale Uefa. Ma si sa, “alla fine le squadre forti vincono senza cercare alibi”…

Luigi Ottobre