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MADDALONI- I lavori continuano ma ora sono davvero sub iudice. Il Consiglio di Stato, dopo la sentenza del Tar, è è entrato nel merito del ricorso, presentato in solido dal «Consorzio stabile Arem» e da Autostrade per l’Italia,  avverso all’annullamento dell’affidamento dei lavori. Adesso, si aspetta la pubblicazione della sentenza. Sulle prospettive di un’opera strategica ne parliamo con il sindaco Andrea De Filippo.

E’ proprio il caso di dire che le strada che porta verso il casello autostradale Maddaloni sull’A30 è sempre ricca di ostacoli?

Lo sapevamo ed è un percorso diciamo accidentato che dura da parecchio. Posso dire che è una situazione non dissimile a quella di molti altri appalti, che dopo l’elaborazione di tutti gli organi gestionali, vengono impugnati. Anche il Comune di Maddaloni, nonostante l’attività della stazione unica appaltante, vive situazioni analoghe. Una su tutte: l’appalto per i parcheggi a pagamento è stato affidato. E’ tutto pronto ma pende un ricorso al Tar. Quindi bisogna aspettare ancora: dopo i tempi non brevi della stazione unica appaltante quelli della magistratura amministrativa. C’è da discutere e da riflettere anche per le ricadute sulla gestione degli enti e la paralisi dei servizi indotta.

Torniamo all’autostrada. C’è il rischio paralisi?

Innanzitutto, bisogna dire che i lavori proseguono forse con un ritmo rallentato rispetto a quelli che auspicavamo. Così come bisogna dire che la costruzione della bretella di raccordo, tra casello ed ex statale 265, è ormai alle battute finali. Dico questo non per rassicurar o esorcizzare i pericoli ma perchè. già in sede di inaugurazione, autostrade e quindi l’ing. Antonio Tosi annunciò che le attività in corso non rallentano perché c’è un impegno su due fronti: l’avanzamento ad oltranza dei lavori e in contemporanea la gestione delle controversie.

Ma se il Consiglio di Stato dovesse accettare il ricorso?

In questo caso, scatterà il «Piano B». Autostrade per l’Italia si è portata avanti: sono state avviate le procedure di «giustificazione dei prezzi» atto propedeutico all’eventuale ipotesi di subentro.

Quindi i lavori non si fermano?

Non si fermano anche se è ovvio che il subentro e le valutazioni economiche imporranno un stop delle attività. Ma non una paralisi.

Ma al momento, visto che il comune è l’ente attuatore, come è lo stato di avanzamento?

L’ho già detto: la bretella è quasi completata e si sta costruendo anche la rotonda di accesso sulla ex statale 265. Per quanto riguarda l’area del casello propriamente detto continua la «prospezione archeologica) (sotto la supervisione della Soprintendenza) sull’area dove sorgerà lo svincolo e dove sono state trovate tracce di vestigia romane e impronte di carri. Questa attività ha rallentato l’azione di movimento terra per la costruzione delle rampe di accelerazione e decelerazione nonché di tutti i raccordi tra le carreggiate della Caserta-Salerno con la viabilità ordinaria. Operazioni che, in un contesto diverso e con condizioni favorevoli, sarebbero già state in una fase avanzatissima. Oggi, il casello sarebbe quasi una realtà.

Francamente, i lavori vanno avanti. Ma questi rallentamenti arrecano danni al territorio…

I danni arrecati al territorio, in termini di opportunità di sviluppo, sono incalcolabili. Eppure, si va avanti. Sembra una corsa ad ostacoli ma gli impedimenti sono stati superati tutti. Ricordo che la lotta contro le lungaggini burocratiche, che bloccano «opere strategiche o urgenti», non risparmia nemmeno l’abbattimento e la ricostruzione del «Ponte Vapore», infrastruttura pericolante che minaccia la sicurezza della linea ferroviaria Caserta-Cancello-Napoli. Come per il casello  autostradale –ammette il sindaco- è in atto un pressing contro le lentezze procedurali insostenibili della Soprintendenza.

Redazione