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MADDALONI- Sei su quattro non pagano. E all’evasione volontaria, aggravata e continuata, non c’è alibi. Superato il punto di non ritorno: la tassa sui rifiuti (Ta.ri), la più evasa ed elusa dovrà essere ritoccata al rialzo. Non è ancora una decisione amministrativa, e salvo miracoli contabili (come le capriole fatte nell’ultimo anno, sembra che non ci siano alternative. I numeri parlano chiaro. C’è un boom dei costi extracapitolato: per le bonifiche in serie dei siti inquinanti e le discariche incontrollate nonché l’incredibile aumento degli ingombranti (mobilio dismesso, materassi, smaltimenti di cantine). Tradotto in pratica: chi abbandona i rifiuti scarica la monnezza lungo le strade e i costi sui contribuenti. Numeri e non chiacchiere. Altro che comunità cittadina, rinascita maddalonese e altre millanterie di chi cerca un posto in prima fila o si attribuisce blasoni posticci di eccellenza. In più, sono aumentati: i costi di conferimento in discarica, della gestione della frazione umida mentre la percentuale di differenziata resta inchiodata al 35 per cento. Attualmente, il gettito copre a stento i costi ordinari. Dall’anno prossimo, la minoranza minoranza che paga, dovrà pagare di più. Oltre i rincari ci sono i problemi sistemici: l’evasione, i gettito risicato e il ciclo del trattamento dei rifiuti urbani che non è affatto. Dati più che preoccupanti: la frazione, direttamente conferita in discarica (quindi la più onerosa), è salita al 67 per cento del totale. I maniera complementare, la «raccolta differenziata» continua ad essere un flop: le diverse frazioni non superano il 35 per cento. Mancano anche i servizi di prossimità: non si va nelle parrocchie, presso i condomini e nelle scuole per ricominciare dal basso. Servono compostiere e compostiere di comunità. Nei giorni in cui le scuole elargiscono un’overdose di iniziative natalizie e si occupano di tutto (dalle biotecnologie, alla legalità al cambiamento climatico) sono proprio le scuole, ad eccezione di tre istituti comprensivi, a smaltire male i rifiuti. Insomm,a si predica e non si pratica. Poi c’è un indicatore che dà la certezza dell’aumento quasi inevitabile: la Tari nel 2017 l’ha pagata solo il 52 per cento degli utenti (in decrescita di cinque punti rispetto al 2015). Nel 2019, si è scesi quasi al 43 per cento.  

Redazione