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di Luigi Ottobre

È necessario scorrere la lancetta del tempo indietro di 12 anni per trovare un Napoli con 21 punti in classifica dopo 15 giornate. Era la prima stagione dell’era De Laurentiis in Serie A, ma allora quel bottino per una neopromossa era oro che luccicava. Era un altro Napoli, ovviamente non partito per vincere lo scudetto come annunciato da Carlo Ancelotti il giorno prima dell’inizio di questo disastroso campionato. Viene naturale dunque riflettere sulla possibilità di cambiare la guida tecnica alla luce dei numeri attuali per invertire un andamento che vede gli azzurri non vincere da 7 giornate consecutive, situazione questa che probabilmente costerà l’accesso alla prossima Champions League.

L’esonero di Ancelotti appare in questo momento come la scelta più logica, giusta, tuttavia non la migliore. Probabilmente la più attuabile

Vero è che sostituire Ancelotti produrrebbe come effetto una svolta psicologica nei confronti dei giocatori che sarebbero chiamati a dimostrare che in fondo il problema principale era legato proprio al tecnico. Benché parli di unità di intenti, è forte il dubbio che l’allenatore azzurro non abbia l’intero controllo della squadra. Ma i problemi del Napoli non sono solo di natura tecnica e tattica, imputabili direttamente al suo allenatore. Permane infatti la frattura tra i giocatori e la società, dopo l’ormai famoso ammutinamento del 5 novembre; ribellione che ha portato i giocatori a schierarsi in fazioni opposte tra loro; in più c’è la netta sensazione che alcuni azzurri sono già con la testa altrove e che non aspettino altro la fine della stagione per fare armi e bagagli.

I PROBLEMI TECNICO-TATTICI – Al di là dei moduli, che sia 4-4-2, 4-3-3 o 3-5-2, il Napoli presenta dei limiti figli di un mercato condotto erroneamente. Le defezioni – continue – di Ghoulam e Mario Rui comportano spesso l’adattamento di un terzino destro sulla corsia mancina; manca un vice Allan e l’assenza del brasiliano ha come conseguenza l’impiego di un centrocampo privo di un calciatore di forza e di equilibrio incapace di fornire protezione al reparto difensivo; non c’è un regista, necessario se si opta per il 4-3-3; infine il vice di un attaccante fragile come Milik è una punta molto poco prolifica come Llorente.

Il timore dunque è che l’eventuale esonero di Ancelotti non sia risolutivo di tutti i problemi del Napoli, ma si tratti solo di una soluzione tampone. Lo stesso timore che deve avere De Laurentiis, che finora si è mostrato restio ad allontanare il tecnico. Prima o poi una soluzione dovrà essere trovata e una decisione dovrà essere presa: ma non è detto che sarà la migliore. Come sempre saranno gli avvenimenti futuri a confermare o a smentire i fatti.

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Luigi Ottobre