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Dopo esserci occupati della questione della pubblica illuminazione, ci occupiamo di un tema ancora più grave e scottante, che ha raggiunto in questi giorni un livello imbarazzante e concretamente pericoloso per la sicurezza di tutti. Ultimamente a Maddaloni, quasi ovunque, si vedono veicoli che, senza apparente motivo e improvvisamente, cambiano direzione, zigzagano, sbandano anche invadendo l’eventuale corsia del senso opposto o tratti pedonali; gli automobilisti, dove possono, viaggiano, spesso e per lunghi tratti, su aree private, parallele alle carreggiate; e poi ancora, su tratti a scorrimento veloce, senza apparente ragione, frenano bruscamente, mettendo in pericolo chi segue. Da queste prime parole un lettore ignaro penserà che stiamo trattando il tema della guida sotto effetto di alcol e/o sostanze stupefacenti, o di un’epidemia di follia collettiva. Non è così. Il problema, purtroppo, è che, quando usciamo di casa e percorriamo le strade, praticamente qualsiasi strada, del Comune di Maddaloni, percorriamo un “campo di battaglia” o, ancora meglio sarebbe dire, “veri campi minati”. Ormai quasi ogni tratto di strada è interessato da buche e voragini di ogni tipo che, da un lato mettono concretamente in pericolo la sicurezza dei cittadini, dall’altro comportano ingenti spese agli stessi che devono riparare i veicoli danneggiati.

Relativamente al primo aspetto, è della settimana scorsa l’ennesima notizia, riportata da Caserta focus, di un grave incidente legato alle condizioni stradali, avvenuto nella frazione Montedecoro: coinvolti quattro giovani di cui due in sella ad una moto che sarebbero rimasti gravemente feriti e altri in un’auto. Secondo indiscrezioni, pare che l’auto si fosse scontrata frontalmente con la moto, sulla cui sella c’erano due giovani, forse proprio per evitare le tantissime buche presenti sulla strada che è anche molto buia.

Relativamente al secondo aspetto, i danni li pagano i cittadini coinvolti, perché c’è da sapere che, in questi casi, anche se viene in rilievo l’obbligo dell’Ente proprietario della strada di curare la manutenzione, così come dispone l’art. 14 del Codice della Strada (D.Lgs n. 285 del 1992), per ottenere il risarcimento devono sussistere dei requisiti:

1. il c.d. rapporto di custodia tra l’ente e la strada: in altre parole occorre verificare se, per la collocazione del tratto stradale, l’Ente proprietario aveva un effettivo potere di controllare il bene e quindi di percepire le sue condizioni e di eliminare quel determinato pericolo che si è poi tramutato in un danno reale per l’utente/cittadino;

2. il rapporto di causa-effetto tra l’anomalia della strada e il danno.

I predetti requisiti non sono facili da ottenere per le seguenti considerazioni:

Premesso che il rilancio delle competenze sembra essere diventato lo sport più popolare in Italia dopo il calcio, la normativa prevede che l’Ente proprietario è responsabile dell’incidente solo se la situazione di pericolo non era, al momento dell’accaduto, né visibile né prevedibile. A ciò si aggiunge la sentenza della Corte di Cassazione n. 12174/2016 che ha escluso la responsabilità dell’ente proprietario se l’utente danneggiato conosceva la strada ovvero non è responsabile del danno ogniqualvolta la strada dissestata è nota al danneggiato. Le regole in tema di onere della prova, pertanto, si sono fatte più stringenti per ottenere il risarcimento, nel senso che il danneggiato deve dimostrare che non conosceva la strada e che quindi non si trattava di un percorso abituale. Quindi al cittadino finito nella buca, già impegnato a procurarsi e a documentare le prove, non basta più dimostrare l’esistenza di un pericolo occulto sulla strada, non evitabile con l’ordinaria diligenza. E così, nel caso in cui il cittadino Mario Rossi percorresse una determinata arteria dal lunedì al venerdì per lavoro e poi, nel fine settimana (in cui non lavora), magari per effetto di varie concause, si determini una nuova buca, lo stesso cittadino, pur diligente e conoscitore, anzi “studioso”, della strada, si troverebbe ugualmente in una buca non conosciuta. E non solo, è da dire che il pericolo della strada non è solo in relazione alle condizioni di essa ma anche alla presenza e al comportamento di altri mezzi e/o persone al momento presenti (se ad esempio, per schivare una buca, il medesimo signor Rossi si trova costretto a deviare improvvisamente mentre un altro mezzo lo sorpassa, o ne proviene un altro in senso contrario o ancora c’è un pedone nelle vicinanze, rischia un incidente anche grave come quello sopra richiamato).

Capisco che, a fronte di tante persone perbene, bisogna pure considerare i soliti, i troppi “furbetti” pronti a sfruttare ogni occasione per ottenere illeciti profitti e che quindi l’onere della prova debba essere un elemento chiaro e inequivocabile, ma non per questo possiamo condannare anche chi subisce ingiustamente un danno.

Vanno poi considerati i tempi della giustizia che, come è noto, sono giurassici.

I cittadini, così danneggiati e disillusi, finiscono per rinunciare a ogni tipo di pretesa e per pagare di tasca loro i danni subiti.

Queste vicende non possono accadere in un territorio che voglia chiamarsi civile o aspirare a tale condizione. L’amministrazione di Maddaloni, anche se in regime di commissariamento, non può rimanere a guardare davanti a questo ennesimo sfacelo. Non si possono attendere le prossime elezioni amministrative per porre rimedio ai quotidiani bollettini di guerra che giungono dalle strade. Bisogna investire prioritariamente su questo problema, perché non si tratta solo di dare lustro al territorio, non è solo una battaglia di civiltà; si tratta di investire in sicurezza, quella più importante, e, nella fattispecie, quella di tutti, perché la strada è la cosa più democratica e popolare che possa esserci: ognuno di noi la percorre e potrebbe finire in una buca e farsi molto male, nessuno escluso.

2/2017

Luigi Di Nuzzo

Associazione

Democratici per Maddaloni

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