MADDALONI- Project financing, divergenza nel merito e sul metodo scelto per rimodulare un progetto rimasto al palo per oltre 15 anni. Botta e risposta tra il sindaco Andrea De Filippo e Gaetano Correra portavoce di “Alternativa per Maddaloni”.
Che fa sindaco dissente sul dissenso?
Allora, sono state sollevate questioni di metodo e merito. Veniamo al metodo: a questo sindaco è stato sempre contestato lo scarso coinvolgimento delle opposizioni sulle questioni qualificanti per il territorio. Ebbene, proprio sulla questione del project financing e del campo sportivo, con tutti i nessi e connessi, abbiamo avuto un lungo confronto con le opposizioni a cui sino state fornite tutte le spiegazioni, la documentazione, esternate le nostre preoccupazioni e pure i propositi che volevamo perseguire. Tanto premesso, sono sorpreso che questo percorso non sia poi approdato in Consiglio Comunale che è la sede naturale dove ufficializzare anche opinioni divergenti. E’ chiaro ed evidente che il metodo del confronto non funziona. Insomma, se non i si confronta nella sede istituzionale per eccellenza dove si vuole discutere sul futuro della città?
E nel merito?
Su questo, lasciatemelo dire, è stata impostata una discussione senza fondamento. Non lo dice De Filippo sindaco pro tempore ma il Tuel: la sede competente per le scelte che hanno orientamento contrattuale è il Consiglio Comunale e non la giunta.
Ma è stata sollevata anche un’altra obiezione. Prima contestare le inadempienze e poi trovare un accordo…
E anche questo è un corto circuito logico. E lo dimostro: sollevare contestazioni ad un imprenditore, che ha maturato dei vincoli contrattuali, fatto investimenti e acquisito anche diritti, significa imboccare direttamente la strada del contenzioso pluriennale. Che poi è quello che anche le opposizioni hanno raccomandato di non avviare a salvaguardia del territorio. Ora faccio io delle domande. Ma fare contestazioni per fare cosa? E per andare dove?
Per sedersi al tavolo di trattativa da una condizione di forza…
E questo si chiama corto circuito o non senso logico. Perchè le amministrazioni non fanno contenziosi bonari ma fanno atti. E nessun atto di contestazione formale contiene in se l’obbligo alla trattativa. C’è una contraddizione: si pone la certezza della contestazione ma si confida nell’ipotesi di una trattativa. Non si comprende la logica di questa strategia.
Sindaco ma quale è stata la strategia del comune?
Quella del massimo rendimento con il minimo sforzo. In concreto, evitare la palude del contenzioso che avrebbe bloccato tutto per molti anni; tutelare gli interessi del comune (che ha riconquistato terreni, la disponibilità dell’area del campo Cappuccini); imboccare nuove strade progettuali e riconoscere al privato quanto dovuto come la gestione plueriennale dei pannelli fotovoltaici e l’installazione di quattro colonnine per la ricarica di auto elettriche.
Ma uscendo dal tecnicismo, adesso in concreto che succede?
Venerdì andrò a Roma dove avremo i primi contatti con il credito sportivo per avviare l’iter per il finanziamento del nuovo stadio. Porteremo con noi i progetti (redatti dal privato) e che il comune eredita senza aver investito nemmeno un euro. Certo che vanno completati gli espropri e messi a punto dei dettagli ma l’obiettivo del voltare pagina e inaugurare una nuova stagione amministrativa è stato raggiunto.
Ma sono tutti obiettivi di cose che andranno fatte…
Ci sono due obiettivi già raggiunti: l’avvio degli iter per le nuove opere. E un altro ancora più importante: il superamento della palude di 15 anni di paralisi e l’evitamento delle palude di un contenzioso pluriennale. E non è poco.