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A dichiararlo il capo della Polizia: “Cambiano le disposizioni e noi dobbiamo aggiornare il modulo. Bisogna perseguire i furbi”

Quello pubblicato il 23 marzo (scaricabile su GiornaleNews) non sarà l’ultimo modulo di autocertificazione, necessario per giustificare gli spostamenti sul territorio e allontanarsi dalle proprie abitazioni in questo momento storico in cui il Paese deve fare i conti con l’emergenza Coronavirus. Lo dichiara il capo della Polizia Franco Gabrielli a SkyTg24.

LE PAROLE DI GABRIELLI

“Ci sono le straordinarie persone che combattono negli ospedali. Poi c’è un’altra battaglia che vede impegnati i nostri uomini, quella di spezzare la catena del contagio, perseguendo i furbi, chi con comportamenti sbagliati introduce un vulnus al sistema che può vanificare gli sforzi che si stanno facendo. Fino al 24 marzo su due milioni e mezzo di cittadini controllati ci sono stati 110mila denunciati“.

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“TANTE PERSONE ALLERGICHE AI DIVIETI”

“La stragrande maggioranza dei cittadini – ha osservato Gabrielli – è rispettosa dei divieti. Ma c’è un’altra parte che forse non è consapevole dei rischi o è allergica ai divieti e si comporta in maniera negativa. Io nei giorni scorsi avevo sottolineato l’esigenza di misure più efficaci. Quindi il Governo ha fatto un nuovo decreto che, all’articolo 4, introduce un quadro sanzionatorio diverso. I comportamenti scorretti potranno venire sanzionati con l’articolo 452 del Codice penale, che punisce i comportamenti colposi con una pena fino a 12 anni di reclusione.

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L’articolo 4 – ha proseguito il capo della Polizia – stabilisce che non c’è più un reato penale ma un comportamento sanzionabile con un’ammenda, che va da 400 a 4000 euro e sarà aumentata di un terzo qualora si usino veicoli. C’è poi una sanzione specifica per violazione di quarantena, con l’arresto da 3 a 18 mesi sanzione ed il pagamento da 500 a 5 mila euro“. “Dobbiamo essere rigorosi, ma anche umani, comprendere che i cittadini sono bersagliati con disposizioni non sempre omogenee. Abbiamo infatti anche disposizioni regionali. Dobbiamo quindi far perseguire i furbi. Ma comprendere una parte di cittadini che vive una condizione di necessità che non sempre trova riscontri in un modulo e bisogna aiutare chi ha bisogno”.

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Luigi Ottobre