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Come si dice in gergo sportivo, lui è sicuramente un predestinato. Giovanni Carangelo, classe ’94 di Maddaloni, una passione sconfinata per la tecnologia e la musica, è un piccolo “grande” genio dell’ingegneria. Un serbatoio inesauribile di idee, sempre pronto a creare e sperimentare. Il suo nome saltò agli onori della cronaca nazionale quando era ancora un maturando tra i banchi dell’Istituto Tecnico Industriale al “Villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni, la scuola che è stata la prima palestra per mettere a frutto le sue doti. Correva l’anno scolastico 201-2013 e alla prova orale dell’esame di maturità, Giovanni, si presentò con tanto di seggiolino auto per bambini. Davanti alla Commissione per gli Esami di Stato nasceva “Temper”, un sistema di salvataggio della vita dei bambini che vengono “dimenticati” sui seggioloni delle auto posizionati sul sedile posteriore. Il sistema, rilevando la presenza di un bambino seduto sul seggiolino a lui destinato, monitorava costantemente la temperatura, intervenendo qualora questa aumentava oltre il limite sostenibile e provvedendo a segnalare mediante chiamata su recapito mobile uno o più numeri di persone per intervenire prontamente. Il progetto, creato con l’allora docente di informatica, Francesco Diomaiuta, uscì dalle aule del “Villaggio” per affermarsi in concorsi e kermesse di carattere nazionale compreso il prestigioso “MAKER FAIRE” di Roma, una delle più importanti vetrine europee di innovazione tecnologica.

Le visiere anti contagio realizzate da Giovanni Carangelo

Poco meno di un anno fa ancora una ribalta tra web e TG. Stavolta la scommessa di svolge all’Istituto Tecnico Economico “Gallo” di Aversa. Insieme con gli studenti della scuola normanna, Giovanni Carangelo, nell’ambito di un progetto alternanza scuola/lavoro, lancia un pallone libero non pilotato in atmosfera con Arduino, ad una quota compresa tra 30-35 chilometri attraverso tre fasi: la salita del modulo sperimentale alla quota prestabilita tramite pallone; il raggiungimento della quota massima; la successiva discesa del modulo a velocità controllata tramite paracadute. A bordo del pallone un computer di bordo per la gestione della strumentazione e della registrazione dati, fotocamera, telecamera, sensori di temperatura, pressione e umidità, GPS per il recupero del modulo

Giovanni Carangelo è a un passo dalla Laurea in Ingegneria Informatica presso l’Università “Vanvitelli” di Aversa e in questi tremendi giorni di Corona Virus, tra un ripasso e i primi approcci con la tesi, non è certo restato con le mani in mano. Si è procurato con tanti sacrifici materiali come PVC, plastica, filamenti PLA ed ha acceso la sua stampante 3D per dare aspetto e vita a delle perfette visiere di protezione. Un’idea costata un paio di notti insonni durante le quali sono state sfornate quasi cinquanta esemplari che Giovanni provvederà a donare nelle prossime ore alla Protezione Civile e all’Ospedale di Maddaloni. Un progetto realizzato con tanta passione nello studio di casa sua attraverso un’attenta analisi di forme e materiali.

La stampante 3D con la quale sono state realizzate le visiere

Purtroppo – afferma Carangelo – il COVID-19 agisce anche attraverso il contagio oculare e questa protezione può rendere un pochino più tranquille quelle categorie di persone che stanno lavorando ininterrottamente in campo sociale e sanitario in questi giorni terribili. È il mio piccolo segno di riconoscenza con l’augurio di poterne produrne presto delle altre da poter donare anche alle Forze dell’Ordine. Sono pratiche, leggere, adattabili ad ogni testa grazie ad un sistema ad incastro e soprattutto grazie al PVC aumentano di parecchio la protezione. Sono lavabili e soprattutto sfruttando la stampa 3D possono essere facilmente prodotte con un rischio più basso di risultare introvabili. La vita ai tempi del Corona Virus – conclude Giovanni – ha trovato nella tecnologia un supporto importante. La stampa in 3D si è fatta trovare pronta nel dare il suo contributo”.

Vincenzo Lombardi