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Nella nostra rubrica Fresco di Stampa proporremo ogni settimana libri recenti, nuovi e nuovissimi di autrici e autori locali, contributi letterari e tanto altro, grazie alla collaborazione con la Spring Edizioni. Oggi incontriamo Michela Manente, autrice della raccolta di haiku:

Buongiorno. Ci spiega il titolo della sua raccolta?

5-7-5 sono il numero delle sillabe per ogni verso, rispettivamente di ogni verso della terzina che compone l’haiku: cinque sillabe il primo verso, sette sillabe il secondo e cinque sillabe il terzo verso. 

3-6-6 sono gli haiku che compongono la raccolta e che riempiono il calendario di un intero anno bisestile. 

Che rapporto ha con questa forma poetica, l’haiku, una tipologia letteraria che viene così da lontano?

Mi hanno sempre affascinato le forme brevi di poesia perché riescono a cogliere l’attimo dell’assoluto, ad imprimersi con forza nel panta rei delle cose del mondo. Sono una lettrice di aforismi e di haiku come l’Occidente li ha reinterpretati. Ma a casa posseggo un libretto di traduzioni di haiku dell’Estremo Oriente, con tutte le miglior composizioni dei poeti giapponesi di tutti i tempi (come ad esempi il maestro Matsuo Basho), ove si trovano dei gioielli assoluti che vale la pena di leggere e rileggere. Parlano perlopiù delle stagioni collegate al sentimento dell’uomo e ci proiettano in un mondo magico, idilliaco. Ve ne indico uno: 

Nel vecchio stagno

una rana si tuffa.

Il rumore dell’acqua.

Come consiglierebbe di leggere i suoi haiku?

Sono molti, sono 366, uno per ogni giorno del 2020 (anno bisestile). Ci sono vari modi in cui il libro può essere letto: la prima modalità è di leggerli giorno dopo giorno, ma l’operazione richiederebbe molto tempo, perché dopo aver letto un haiku occorre prendersi del tempo per pensarci un po’ su in quanto il testo condensa un’esperienza intensa che va capita, meditata. Oppure è possibile scegliere una data particolare, ad esempio la data del proprio compleanno o un anniversario o un giorno particolare dell’anno (una festività, una festa nazionale) e leggere l’haiku in corrispondenza di quella determinata occasione. Una terza opzione è aprire il libro ‘a caso’ e farsi ispirare dai versi che vi si trovano scritti, magari rileggendoli nel corso della giornata per assaporarli meglio. Qualsiasi sia la modalità di lettura, un haiku al giorno… toglie la noia di torno.

Ha scritto altre sillogi?

Sono al quinto libro, ma al primo interamente di haiku. Ho iniziato a scrivere poesie al liceo e a pubblicare, con piccoli editori che credono nel loro lavoro, durante gli anni dell’università. Il mio ultimo libro risale al 2015 e si intitola Ora siete qui ed è una riflessione sul tema del matrimonio e sulle convenzioni sociali dei nostri tempi. C’è da dire che ogni libro pubblicato non è una semplice raccolta di versi ma un progetto complessivo con un messaggio per il lettore. Con questa nuova raccolta il messaggio che voglio dare a chi mi legge è di lasciarsi vincere dalla bellezza dei versi e trovare nelle parole uno spaccato di verità che la vita frenetica del mondo moderno ci sta offuscando.

Ha rispettato la metrica per i suoi haiku?

Gli haiku sono rigorosamente composti da tre versi, rispettivamente di cinque, sette e cinque sillabe che ho conteggiato anche utilizzando dialefe e sinalefe. La struttura è dunque stata rispettata.

Cos’ha di particolare il suo libro?

Innanzitutto la materia poetica è densa ma varia. Ci sono haiku scritti in altre lingue, in inglese ad esempio o in latino perché mi veniva meglio “bloccare” un particolare momento in un’altra lingua. Poi, anche se tutti gli haiku sono ispirati da qualche evento, non tutti riguardano la natura o il rapporto tra uomo e natura: alcuni sono frutto di elucubrazioni che appartengono al pensiero Occidentale o riguardano esperienze collegate al nostro stile di vita. Infine ci sono pensieri in veneziano, dialetto nobilissimo e attestato storicamente, che non ho voluto tradurre in italiano. 

C’è un haiku che preferisce?

Ce ne sono molti ma uno che vorrei leggeste è questo: 

Cerco e misuro

dal volo dei gabbiani

l’illimitato.

È un haiku di speranza che mi rende aruspice, osservatrice del volo degli uccelli da cui traggo qualche segno divinatorio. Il messaggio è l’insondabilità dell’infinto del cielo e l’illimitato della libertà che si concretizza nella metafora delle ali spiegate dei gabbiani e nel loro librarsi sopra di noi. Questo haiku richiama una tradizione poetica che da Leopardi (L’infinito) va fino a Baudelaire (L’albatros).

elianariva