00 3 min 4 anni

Una Festività, quella del 25 Aprile, ma anche quella del 1 Maggio, all’insegna del profitto e dello sfruttamento della manodopera. E’ l’allarme lanciato dalla Cgil di Caserta e della Campania.

​In tempo di Coronavirus ci sono diritti e valori che passano in secondo piano. 

​Questo virus non ha insegnato nulla e soprattutto non ha insegnato nulla a quelle imprese che dei valori Unami e Universali hanno già da tempo utilizzato soluzioni a base di ipoclorito di sodio per detergere i propri ambienti da tali contagi socio-ideologici.

​Ci duole, e non poco, ribadirlo con questa formula, ma la risposta aziendale, prodotta alla sollecitazione unitaria dei sindacati, di sospendere le attività produttive per tali ricorrenze,  merita una cornice di tutto rispetto.

​Questo il testo di risposta del Consorzio CFT impegnato nella realizzazione del Tratto AV/AC Napoli Bari nel cantiere di Cancello-Frasso Telesino. 

Facciamo riferimento alla Vostra nota richiamata in oggetto per rappresentare che, proprio in virtù dell’attuale situazione di difficoltà che il Paese sta attraversando e di conseguenza della grave sofferenza economica generata a tutto il settore produttivo e, quindi, agli stessi lavoratori, a seguito di una sospensione totale dei lavori, nel nostro cantiere di 28 gg, riteniamo necessario, per consentire un graduale ritorno al regime dei lavori, non interrompere nuovamente le attività appena riprese.

Quanto sopra, non solo tenuto conto dei numerosi giorni di inattività e quindi di riposo dei lavoratori già effettuati, ma anche della contingenza attuale che non permette ai lavoratori di partecipare ad alcuna manifestazione di piazza, solitamente organizzate in occasione del 25 aprile e del 1° maggio.

Distinti saluti CONSORZIO CFT

​Quindi i lavoratori si sono già riposati troppo e riposarsi ancora il 25 Aprile e il 1 Maggio sarebbe cosa non utile e non è consigliabile. Soprattutto non è consigliabile stare a casa perché in tempo di SARS-CoV-2 ai lavoratori è precluso partecipare alle manifestazioni di piazza, come se le ricorrenze e i valori in esse racchiusi potessero viversi solo con la contaminazione delle folle e nelle piazze apposite. Fosse stato così non avremmo dovuto festeggiare nemmeno la Pasqua visto che le Chiese sono rimaste rigorosamente vuote. Grandi teste pensanti questi dirigenti aziendali, ma è chiaro il loro concetto di datore di lavoro, o forse dovremmo dire di padroni del lavoro. 

Queste sono sensibilità che non si possono imporre, così come non si possono imporre i valori di cui sono impregnate tali ricorrenze di alto valore storico e nazionale. Forse, a voler essere maliziosi, per ciò che rappresenta il 25 Aprile e il 1 Maggio, loro sono sull’altra sponda, forse sono quelli che hanno subito la liberazione e quelli che il lavoro lo sfruttano più che valorizzarlo.

Redazione On Line