00 2 min 4 anni

SAN FELICE A CANCELLO – In città c’è ancora chi lamenta la mancata consegna delle mascherine consegnate dalla protezione civile e inviate dal Comune. Ma chi le ha ricevute è al sicuro, indossandole? È un interrogativo non da poco conto, visto gli innumerevoli sequestri di mascherine da parte delle forze dell’ordine, a causa delle mancate certificazioni. La risposta però non è difficile da trovare, anzi è stampata in grassetto sull’etichetta della stessa confezione contenente la mascherina: «Non è un dispositivo medico né un DPI». In altre parole non hanno le previste certificazioni.

Il ministero della Salute, subito dopo l’approvazione del decreto Cura Italia, ha così chiarito per tutte quelle mascherine che non sono né chirurgiche e né FFP2 e FFP3: «Ogni altra mascherina reperibile in commercio, diversa da quelle sopra elencate, non è un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale; può essere prodotta ai sensi dell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che deve comunque garantire la sicurezza del prodotto (a titolo meramente esemplificativo: che i materiali utilizzati non sono noti per causare irritazione o qualsiasi altro effetto nocivo per la salute, non sono altamente infiammabili, ecc.). Per queste mascherine non è prevista alcuna valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’INAIL».

Ovviamente la cosa è finanche molto chiara dalle parti di Via Napoli, tanto che lo stesso Comune avverte: «Questa mascherina viene fornita per essere utilizzata per le uscite in caso di comprovata necessita. Restare a casa è l’unica protezione sicura per combattere il virus».

Quindi sempre secondo il ministero della Salute: «Chi la indossa deve comunque rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale e le altre introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid-19». Praticamente come se non le tenesse.

Redazione On Line